• Aggiornamenti costanti sulle attività e gli eventi dell'associazione

V.V.B per la vita II Edizione

Senza categoria | domenica 1 Dicembre 2019 09:29

È partita la seconda edizione della campagna di raccolta fondi V.V.B. per la vita di cui anche Sinergia e il progetto Perù saranno destinatari.

Sinergia è una delle 4 associazioni certificate Merita Fiducia che sono state scelte dal Gruppo editoriale Athesis per la maratona di solidarietà V.V.B. (Verona, Vicenza, Brescia) PER LA VITA, in favore di 5 realtà (la quinta sarà AIRC) del sociale veronese.

Dal 25 novembre al 8 dicembre SINERGIA sarà coinvolta in questa preziosa campagna di raccolta fondi, e ringraziamo CSV Verona Federazione del Volontariato per aver sostenuto la nostra candidatura.

Per maggiori informazioni sull’iniziativa è possibile rivedere la puntata di Telerena dove Sinergia viene presentata al minuto 12.10 o consultare l’articolo sul giornale L’Arena.

Puoi donare anche tu attraverso un bonifico bancario a favore della Fondazione della Comunità Veronese utilizzando il codice Iban IT 85X05034 11711 000000006210 specificando nella causale destinatario “Sinergia”.

Lotteria di beneficenza: biglietti estratti

Eventi | domenica 24 Novembre 2019 21:14

Campagna vini 2019

Senza categoria | martedì 5 Novembre 2019 18:16

NATALE STA ARRIVANDO…

PENSA AD UN REGALO SOLIDALE PER SOSTENERE I RAGAZZI DI STRADA CON IL PROGETTO DI SINERGIA IN PERÙ

Torna anche quest’anno la campagna natalizia di Sinergia, con la rinnovata collaborazione con la Cantina Manara e la grande novità dei prodotti da forno del Panificio Segala.

Perché non provare anche tu questi prodotti di alta qualità per uno dei tuoi regali di Natale? Un modo “goloso” per sostenere i nostri ragazzi in Perù!

GUSTA I RISOTTI SOLIDALI CON SINERGIA!

Eventi,Senza categoria | venerdì 1 Novembre 2019 06:46

Vendita Torte Solidale

Senza categoria | mercoledì 16 Ottobre 2019 06:13

VOLETE SOSTENERE CON UN DOLCE I NOSTRI RAGAZZI DI STRADA PERUVIANI?

Sabato 19 e domenica 20 ottobre, VENDITA TORTE SOLIDALE, sulla piazza di Settimo di Pescantina (VR)!

Con un’offerta sarà possibile portare a casa una squisita torta casalinga da gustare in famiglia.

Potete partecipare anche preparando una torta da portare al banchetto entro le ore 10.00 della domenica

Vi aspettiamo con i nostri volontari sabato dalle 17.45 alle 19.30 e domenica dalle 7.30 alle 12.00, in occasione delle messe parrocchiali.

Grazie in anticipo a chi potrà aiutare anche in questo modo i nostri ragazzi di strada del Perù.

Per info: 3478881371 – Alessandra

Basebeat dj set per Sinergia

Senza categoria | martedì 1 Ottobre 2019 06:50

Carissimi soci e sostenitori

Siamo orgogliosi di invitarvi all’evento che apre la stagione invernale di iniziative a sostegno dei nostri ragazzi in Perù.

Giovedì 10 ottobre presso La Coopera 1945 di Arbizzano, la Cooperativa Azalea dedicherà a Sinergia una serata di buona musica e cibo. Dalle 19 alle 23, DJ set, bar, cicchetteria e taglieri: parte del ricavato sarà devoluto a favore delle nostre attività a supporto dei ragazzi di strada di Lima.

Noi volontari saremo presenti per far conoscere Sinergia, pronti ad accogliere nuovi volontari e sostenitori.

Un’occasione nuova in un ambiente accogliente e aperto al territorio, quello di La Coopera 1945, che ti invitiamo a scoprire se già non lo hai fatto.

Ti aspettiamo, e ti chiediamo di diffondere il più possibile la notizia, perché sia davvero una serata di condivisione ed energia positiva.

Per maggiori informazioni clicca qui .

DALLA STRADA ALLA CASA-FAMIGLIA

Notizie da Lima | venerdì 13 Settembre 2019 08:03

È stato molto interessante osservare la metodologia che segue Martin, il nostro educatore di strada, per favorire la decisione dei ragazzi di lasciare la strada e venire a vivere nella casa-famiglia. Martin gira per i posti più frequentati della città dai ragazzi di strada: li trova, si presenta e li conosce. In queste occasioni chiede loro come stanno e organizza delle brevi attività come la realizzazione di braccialetti oppure delle partite di calcio. Si preoccupa molto della loro salute e porta con sé il necessario per disinfettarli se hanno delle ferite. Accade spesso che i ragazzi che vivono in strada contraggano malattie della pelle per la sporcizia in cui vivono. È dolce vedere come Martin si prende cura di loro. È attento a tutto. Ad esempio un giorno ha chiesto ad una ragazzina in modo scherzoso come mai fosse ingrassata. Subito ho pensato che non fosse una domanda carina da fare, poi ho capito che era preoccupato che lei fosse incinta. È da piccole domande come questa, fatte con delicatezza, che si vede proprio come mette a loro agio i ragazzi. È un’indagine velata. Si ricorda tutti i loro nomi. Quando in questi incontri informali incontra qualche ragazzo che desidera entrare in casa-famiglia, gli lascia il suo contatto e gli dice di scrivergli o chiamarlo nei giorni successivi per fissare una “riunione”. Questo termine i ragazzi lo hanno interiorizzato molto bene e sanno che prima di entrare in casetta devono farne 3. Nella prima riunione Martin fa alcune domande per conoscere meglio il ragazzo e la sua storia. Gli chiede se è in contatto con la famiglia, fino a che anno ha frequentato la scuola, se assume droghe, da quanto tempo vive in strada, se ha una fidanzata, perché vuole venire in casetta, se è già stato in altri istituti, tuttte domande che fanno parlare il ragazzo di sé. Le riunioni non vengono fissate subito perché Martin cerca di dare ai ragazzi la responsabilità di richiamarlo nei giorni successivi, per vedere anche se sono davvero motivati e interessati a cambiare modo di vivere. Quando un ragazzo fissa un appuntamento e lo rispetta è già una grande conquista. Spesso infatti si dimenticano e non vengono perchè sono sotto l’effetto della colla, oppure non hanno messo da parte i soldi per il bus da prendere per arrivare al luogo dell’appuntamento. Se non si presentano, ciò non significa che perdono la loro possibilità di entrare in casetta, ma che la posticipano perché slitta la riunione fino a che il ragazzo ce la mette tutta per essere presente. La seconda riunione è più strutturata. Martin mostra delle immagini di scarpe diverse e chiede al ragazzo quella che gli piace di più: cosa gli piace o non gli piace di quella che ha scelto e cosa di quelle che non ha scelto. Passa poi ad una valutazione degli aspetti positivi e negativi del rimanere in strada e dell’entrare in casa-famiglia. Per farlo utilizza un foglio con una bilancia sulla quale scrivere queste riflessioni. Alla fine lo fa riflettere sul fatto che a volte bisogna fare delle scelte. Ritira fuori il foglio delle scarpe e sottolinea ad esempio che non c’è il numero esatto della sua scarpa preferita. In questo modo gli fa capire la differenza tra quello che lui vorrebbe e quello che invece conviene. Il ragazzo vorrebbe la scarpa più bella, ma non gli conviene perché è un numero troppo piccolo o grande per lui. Allo stesso modo lo fa riflettere sul fatto che anche nella vita reale succede così, a volte le cose che ci piacciono di più non ci convengono, come continuare a stare in strada. Al terzo incontro il ragazzo viene invitato a visitare la casetta. Anche qui il ragazzo viene responsabilizzato a contattare Martin per raggiungerla. In questa occasione conosce la struttura, i compagni, le figure adulte presenti e gli vengono spiegate regole e funzionamento della casa. Se il ragazzo, dopo queste tre riunioni, è ancora motivato ad entrare in casetta viene accolto a braccia aperte, come un figlio atteso da un lungo viaggio. 

Partecipare a queste riunioni è stato per me una rivelazione perché ho capito quanto sia difficile per Martin far aspettare quei ragazzi. I loro visi e la loro voce inteneriscono perché la loro è una richiesta d’aiuto costante: “Quando posso venire in casetta? Tra quanto vengo in casetta? Mi porti in casetta?”. Purtroppo però è un’attesa necessaria perché permette la buona riuscita dell’inserimento nel progetto. Far entrare subito ogni ragazzino che si incontra per strada sarebbe ingiusto sia per lui, perché non capirebbe la vera importanza di quello che gli viene offerto, sia per gli altri ragazzi già presenti in casa, perché continuerebbero a vedere ragazzi che entrano ed escono. Devo dire che ritengo questo approccio molto valido e ho avuto la fortuna di osservare la competenza che Martin mette in questo delicato percorso.

Grazie, Martin, per essere una figura così importante per questi ragazzi e grazie anche a tutti gli educatori, alla psicologa e all’assistente sociale che lavorano in casetta e che, dopo l’ingresso dei ragazzi nella nostra struttura, li seguono e sono per loro punti di riferimento come dei genitori.

Grazie anche a tutti voi che, dando il vostro contributo, permettete a questo progetto di esistere e a questi ragazzi di scegliere per la propria vita e di non essere schiacciati dalla vita di strada.

Sabina

CAMBIARE LE POLITICHE PER I MINORI di STRADA

Notizie da Lima | venerdì 16 Agosto 2019 01:19

Lima, 17 agosto 2019

Sinergia Por La Infancia da sempre si impegna a sensibilizzare lo Stato e gli enti pubblici che si occupano di minori perchè applichino le leggi già in vigore e aiutino veramente i bambini e ragazzi in difficoltà, come quelli di strada.

Nel 2017 e 2018 abbiamo presentato oltre 100 lettere di denuncia di violazione dei diritti dei minori nei Preventivos de Menores, centri di prima accoglienza per i minori non accompagnati. Qui i bambini avrebbero dovuto restare al massimo 72 ore, ma vi rimanevano anche dei mesi, chiusi dietro le sbarre, mal alimentati, a volte maltrattati, senza attività e cure mediche adeguate.

Finalmente l’anno scorso la pressione da noi esercitata ha portato frutti. A marzo 2018 è stato approvato un nuovo regolamento che ha abolito i Preventivos de Menores e istituito nuovi Centri di Accoglienza Temporanea d’Emergenza, migliori rispetto ai primi, soprattuto perchè gestiti dai servizi sociali, con educatori, e non dalla polizia.

Il problema però continua ad essere che non ci sono sufficienti strutture per accogliere tutti i minori in situazione di disagio e non ne esiste nessuna specifica per bambini e ragazzi di strada. Qualche mese fa, Sinergia Por La Infancia ha denunciato, assieme al Ministero Pubblico di Chorrillos, la UPE (Unidad de Protecciòn Especial), area incaricata della derivazione di minori a centri di accoglienza o del reinserimento in famiglia, per aver inviato vari minorenni in un centro per adulti, dove hanno subito abusi e maltrattamenti, in quanto non avevano a disposizione altri centri per minori in cui mandarli. La notizia ha fatto scalpore anche su giornali e televisione. La pressione dei mass-media ha spinto la Vice-ministra da cui dipende la UPE a istituire il primo Centro di Accoglienza specifico per ragazzi di strada che abbiamo visitato pochi giorni fa con Martin. La Vice-ministra è ora in contatto diretto con noi per dare una soluzione più rapida a casi di ragazzi che rischiano di essere inviati in centri non adatti: la contattiamo, la informiamo direttamente sul ragazzo e sulla sua situazione e lei direttamente si dà da fare affinchè la Unidad de Protecciòn Especial trovi un posto in un centro per minori.

Sinergia Por La Infancia sta provando a presentare in questi giorni alla Commissione Parlamentare per l’Infanzia un documento di denuncia che è stato scritto e firmato da vari Ministeri Pubblici della zona sud di Lima, che sono i giudici direttamente preposti a stabilire il destino dei minori non accompagnati. In questo documento si denuncia la mancata applicazione della legge che prevede per i minori in situazioni di disagio una serie di interventi che non vengono applicati per mancanza di personale e di strutture adeguate. Se Martin riuscisse a presentare il documento alla Commissione ci sarebbero maggiori possibilità che vengano destinati più fondi all’infanzia emarginata come i nostri ragazzi. Non è facile, ma Martin non si scoraggia e la collaborazione con il giudice di Chorrillos è molto efficace.

Crediamo sia importante continuare sia ad aiutare direttamenti i ragazzi di strada sia a sensibilizzare lo Stato a migliorare davvero le politiche per questa infanzia emarginata, quasi completamente sconosciuta e dimenticata.

Grazie per permetterci di farlo.

Alessandra                                                                                                                

EMOZIONI DALLA CASA-FAMIGLIA

Notizie da Lima | domenica 11 Agosto 2019 07:22

Volete aiutare i nostri ragazzi peruviani?

Ricordate che potete farlo donando sui nostri c/c bancario e postale:

  • Unicredit Banca Ag. Verona Fiera – IT18D0200811796000040086631
  • Con bollettino postale – IT38J0760111700001022098253

Anche una piccola donazione è preziosa per garantire diritti e benessere ai ragazzi che aiutiamo nel progetto e di cui vi racconta la nostra volontaria Sabina qui sotto.

EMOZIONI DALLA CASA-FAMIGLIA

Il tragitto per arrivare a Pachacamac dove si trova la casetta é stato un po’ travagliato, le strade sono veramente difficili da percorrere, sia per il traffico che per le condizioni in cui sono. Il paesaggio é cambiato molto allontanandosi dalla cittá, palazzoni e asfalto hanno lasciato spazio a colline di terra senza erba e alberi ricoperte in certe zone da case di mattoni, lamiere, tende, colorate e accatastate.

Appena varcato il cancello con il pulmino i ragazzi ci sono venuti incontro correndo e chiamando Martin. Ci stavano aspettando giocando a calcio nel giardino. Finite le presentazioni i tre piú piccoli (JEREMIAS, CESAR, JUAN PEDRO) mi hanno accompagnata a vedere la camera che avevano preparato per me. Sono stati molto dolci. Si sono poi offerti di mostrarmi tutti gli spazi della casetta. Sono riusciti subito a farmi sentire accolta: parlavano piano per farsi capire, mi donavano sorrisi sinceri e sguardi attenti per farmi sentire come a casa. Sembrano piú piccoli dell’etá che hanno. Jeremias ad esempio, che ha 14 anni, sembra ne abbia 10. Mangiano moltissimo, probabilmente per recuperare. Sono pieni di energia e curiosità, fanno un sacco di domande sull’Italia. Sono molto affettuosi e cercano il contatto fisico continuamente. Tanti infatti non hanno ricevuto molte coccole essendo andati a vivere in strada da soli fin da piccoli. Per anni nessuno si é preso cura di loro e da soli hanno dovuto affrontare situazioni difficili e pericolose.

Passo molto tempo a giocare e conversare (a mio modo) con loro. A loro piace soprattutto giocare a calcio e fare braccialetti di lana o nylon. Sono molto abili e creano dei veri capolavori anche a maglia e con l’argilla, grazie alla professoressa di ceramica. Sono sorprendenti a giocare con le trottole. Amano la musica: sanno suonare il flauto di pan e il cajón grazie alle lezioni del professore di musica. A turno giocano anche con la playstation e hanno una palestra casereccia per allenarsi. Tre volte alla settimana hanno il recupero scolastico con una professoressa che viene alla casetta. Le loro giornate passano svolgendo queste attivitá oltre ad adempiere alle loro responsabilitá che consistono nel pulire la casa, prendersi cura del nostro cane e gatto, curare l’orto e lavare i vestiti. Qui il tempo é dilatato. Ci sono molti tempi morti che io personalmente adoro perché mi permettono di instaurare una migliore relazione con loro. La vita in casetta gli permette di sperimentare come si vive in una famiglia. Alcuni ragazzi frequentano la scuola, altri invece sono appena arrivati e sono ancora nella fase iniziale del percorso, quello dell’accoglienza. Il loro percorso infatti si divide in fasi che richiedono sempre più responsabilità fino ad  arrivare all’autonomia completa.

Gli educatori della casa sono molto bravi nel dare piccoli obiettivi ai ragazzi perché sanno quanto costa loro rispettare certe regole o adeguarsi alla convivenza. Dico che è come una famiglia perché, come dei genitori, gli adulti della casa cercano di educare i ragazzi e li stimolano a diventare autonomi anche nel controllo delle frustrazioni, nella risoluzione dei conflitti, nell’autocritica costruttiva.

“Miglioramento” è una parola che viene spesso usata e fa parte di un tipo di visione dell’educazione in positivo. Essendo anch’io educatrice riconosco che il team di adulti che lavorano nella casa famiglia si stanno impegnando molto ad educare questi ragazzi valorizzando più i loro punti di forza che i difetti. Non è semplice, perché comunque parliamo di ragazzi che hanno vissuto in strada, che vedevano la figura adulta come un nemico, che consideravano le regole come imposizioni. Nella nostra casa-famiglia si sta veramente cercando di farli tornare ragazzi, di farli sentire al sicuro in modo che non debbano essere sempre sulla difensiva e che si sentano amati.

Più di un ragazzo ha commentato che, a differenza di altre case-famiglia, in questa si sentono liberi perché la porta del cancello è aperta. Ciò significa che non sono prigionieri, che non sono costretti a stare qui, che nessuno li obbliga a non tornare in strada. È una loro scelta. Per arrivare a questa scelta c’è un percorso specifico. Non si portano in casa tutti i ragazzi che si incontrano per strada, ma si fa un percorso in cui il ragazzo diventa sempre più consapevole e determinato a cambiare la propria vita. Perché si tratta di questo: dare la possibilità ad un ragazzo, a cui nessuno ha dato l’occasione, di fare quel salto di qualità che tanti sperano di fare. Crescere in una famiglia povera, con problemi di alcool, droga, maltrattamenti o che sfrutta i figli fin da piccoli per mendicare,  non crea certo la giusta base per far crescere un bambino felice, sano ed equilibrato. Non c’è quindi da meravigliarsi nel vedere che quel bambino al più presto cerca di scappare e comincia a rubare, fare lavoretti per avere la pancia piena e sniffare la colla da scarpe, la droga più economica che può trovare. Come dice il nostro volantino “La vita è una strada, ma la strada non è vita”.

Non è vita dormire per terra, nell’erba di una rotonda in mezzo ad una tangenziale, raggomitolato in una coperta sporca, umida e puzzolente per non sentire il freddo. Non è vita vivere in una gang di ragazzini che al primo litigio ti accoltellano o ti lanciano sassi perché sono arrabbiati col mondo o con loro stessi e sono talmente fatti che non sanno neanche quello che fanno. Non è vita essere sbattuti da un carcere minorile all’altro senza avere la possibilità di essere educati e reinseriti nella società. Non è la vita che vorremmo per i nostri figli e non è la vita che vorrebbero loro.

Ora sono qui per conoscere meglio il progetto e mi rendo conto della sua complessità e globalità. Nell’area dell’accoglienza residenziale ho potuto constatare la professionalità e l’affetto con cui vengono curati i ragazzi, in ogni loro dimensione (psicologica, sanitaria, cognitiva, affettiva, familiare). Nell’area della strada non si va solo a trovare i ragazzi che ci sono nelle varie zone della città, ma si cerca di aiutarli concretamente: per esempio a rifarsi la carta d’identitá, a curarsi negli ospedali, a riallacciare i legami con la famiglia, aiutando anche la famiglia stessa, soprattutto se ci sono fratelli o sorelle coinvolti. La prevenzione è molto importante: nel progetto esiste un’area apposita che ha come obiettivo evitare la dispersione scolastica, la malnutrizione e la vita in strada di una ventina  di bambini e ragazzi. Sono molto orgogliosa di far parte di questa associazione perché credo veramente che le persone che ne fanno parte ci mettano anima e cuore oltre a professionalità e competenza. Grazie a chi ci sostiene e rende possibile tutto questo.

Un abbraccio,

Sabina                                                                                                                                    Lima, 10 agosto 2019

RITORNO A CASA

Notizie da Lima | sabato 3 Agosto 2019 17:03

Lima, 28 luglio 2019R

Carissimi amici,

Ricordate Angel che è arrivato a Lima da Huancayo insieme ad un amico e che ci ha chiesto di aiutarlo a tornare a casa? Così abbiamo fatto due giorni dopo. La sua storia è intensa e commovente. Ce l’ha raccontata sul pulmino e durante il pranzo prima di salire sull’autobus che lo ha riportato a casa. Un regalo che abbiamo accolto con gratitudine e che rafforza l’impegno in noi di continuare ad aiutare queste meravigliose creature.

15 anni. Abbandonato dal padre quando era piccolo. Vive con i fratelli e la madre che ha una forte dipendenza dall’alcool, motivo per cui le è stata tolta la custodia di Angel. Lui era già venuto a Lima da piccolo, insieme a dei compaesani, durante le vancanze scolastiche per lavorare in calzaturifici informali. La seconda volta che la madre lo ha mandato a Lima è stato maltrattato ed è scappato. Si è così perso per le strade di Lima. Raccolto dalla polizia è stato affidato ad un istituto privato per minori qui a Lima. Poi lo hanno trasferito in un altro centro nella sua città, Huancayo. Lui avrebbe voluto tornare con la madre, ma nessuno lo ha ascoltato. Il problema è l’alcolismo della madre. Ma lui le vuole molto bene e l’ha sempre aiutata. Sull’autobus ci racconta: ”Anche quando tornava ubriaca, non si dimenticava mai di mettere da parte dei soldi per la nostra cena”. Così ha pianificato per mesi la fuga dal centro di Huancayo, decidendo di aspettare dicembre dell’anno scorso per attuarla, per finire l’anno scolastico. A dicembre è scappato e tornato a casa dalla madre. Poi a marzo di quest’anno ha seguito un amico a Lima. L’idea era di venire poche settimane per lavorare, mettere da parte dei soldi e tornare a Huancayo. Invece l’amico non si è mai deciso al ritorno. Lui ha tentato da solo, ma non conosce la città di Lima, che è enorme, così non è riuscito ad arrivare al terminal degli autobus dove noi lo abbiamo imbarcato. Inoltre c’era la difficoltà di mettere insieme i soldi, che se ne andavano in cibo e colla da sniffare. Come quasi sempre succede, stando nel gruppo ha iniziato a sniffare colla. Angel parla molto di lui. É un ragazzo sveglio, intelligente, consapevole delle difficoltà familiari e con progetti chiari per il suo futuro. L’obiettivo più importante per lui è continuare a studiare. Vuole diventare psicologo per aiutare i giovani in difficoltà. Il problema è che tutti i suoi documenti sono nei due istituti per minori in cui è stato. Martin gli ha promesso che lo aiuteremo a recuperarli e ad iscriversi di nuovo a scuola. Il problema di farlo viaggiare sono i documenti: un minorenne non potrebbe viaggiare da solo, in più senza carta d’identità. Martin riesce a trovare un autista sensibile che lo spaccerà per suo nipote se ce ne fosse bisogno. Il pranzo è stato bellissimo: Angel ci ha chiesto tante cose dell’Italia e io e Sabina abbiamo anche cantato delle canzoni di Vasco per rallegrare l’atmosfera. Momenti preziosi e bellissimi, in cui persone sconosciute e diverse si ritrovano come anime gemelle, annullando ogni distanza. Io e Sabina quando lo abbiamo salutato ci siamo sentite come madri che lasciavano un figlio.

Prima di dormire abbiamo pregato per lui, perchè arrivasse sano e salvo di nuovo a casa. Il mattino dopo Martin ha ricevuto la chiamata da Angel e da sua madre. É arrivato alle una di notte e ha dovuto dormire per strada per mancanza di mezzi di trasporto che lo portassero a casa, ma la mattina dopo è riuscito a concludere il suo viaggio.

Ora Martin è in contatto con la madre e i fratelli e il nostro aiuto continuerà a distanza, per lo studio e per la gestione dei legami familiari. Forse con questo intervento di prevenzione abbiamo evitato che ci sia un ragazzo in più perso nelle strade di Lima. Questo basta a rendere prezioso il nostro progetto.

Grazie a tutti per continuare a sostenerlo con la vostra amicizia e le vostre donazioni.

Alessandra, Sabina, Martin e Angel

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