“Molti ma molti anni fa, appena scesi dagli alberi, ci dobbiamo essere sentiti oltremodo imbarazzati nello spiccicare le prime parole. Qualcuno infine deve essersi preso la responsabilità e la briga di dare i nomi alle cose: mano testa albero acquazzone piove porco cane.
Quando ci è toccato di battezzare il pianeta l’idea che ci veniva era che si trattasse di un luogo di sassi, rocce, montagne e, qua e là, pozzanghere e rivoli d’acqua. Sulla terra il nostro piede poggiava bene mentre scivolava nell’acqua. Non ha, questo, aumentato la simpatia per l’elemento liquido e dunque “Terra” si è deciso per il nome e “Terra” è rimasto.
E’ una questione di punti di vista: fossero stati i tarli a scegliere il nome del mondo, avrebbero detto “comò”.
Resta il fatto che nel mondo i mari la fanno da padrone. Dovevano essere dunque i pesci a decidere e, se non fossero muti, avrebbero detto “Acqua”. (Gek Tessaro)
Acqua e aria. Elementi mutevoli, senza forma propria, diventano qui teatro e protagoniste delle storie di Gek. Tra mari e cieli prendono forma piccole storie di nuvole, aironi, creature marine, ghiacci e lune.
(tratto da www.gektessaro.it)
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