Fiori sull’asfalto: dalla strada alla casa-famiglia
Carissimi amici,
Condivido con voi la storia di Moisès (16 anni) che nei giorni scorsi ho visitato più volte, nella sua umile casa, insieme a Martìn (educatore di strada) ed Isabel (psicologa). È uno degli splendidi fiori di strada che, tra droga, mendicità e mancanza di opportunità, non sono riusciti ancora a fiorire nella loro bellezza e che il progetto, con cura, delicatezza, affetto, rispetto e professionalità, riesce spesso a motivare al cambiamento. Martìn lo conosce da tempo. La sua storia è molto difficile. Ce l’ha raccontata la madre che abbiamo incontrato proprio nella “casa” che vedete in foto. Madre sola, più figli cresciuti nella sua assenza, perchè costretta a lavorare come donna delle pulizie per mantenerli; risorse economiche ridotte, problemi di alcool e droga diffusi. Eppure tanto amore materno, tanta forza e dignità nell’affrontare le difficoltà di una vita apparentemente disperata, con la capacità di sorridere e ridere. Sono rimasta ancra una volta sorpresa e ammirata: le loro vite sono così difficili rispetto alle nostre, eppure hanno ancora tanta voglia di vivere, di ridere, di fare progetti. Sono un esempio per tutti noi. Moisès è nato prematuro, si è ammalato nei primi mesi di bronchite a causa del freddo e ha avuto convulsioni ripetute, probabilmente la causa del lieve ritardo cognitivo che si nota dal modo in cui parla e dalle pause in cui rimane sospeso durante le nostre conversazioni. Eppure è un ragazzo estremamente profondo, riflessivo, consapevole di sè. Si rende conto che rimanendo in strada non sta facendo nessun progresso, fa preoccupare la madre e rischia di rimanere intrappolato in una spirale di delinquenza e mendicità. A scuola è rimasto fermo alla seconda elementare, eppure ama leggere libri di psicologia. Straordinario per me che sono un’insegnante di scuola secondaria. Si vergognava a rivelarmi il suo ritardo negli studi, ma io gli ho fatto i complimenti più sinceri per il buon livello di capacità di lettura e comprensione raggiunta nonostante l’abbandono scolastico. Moisès vuole venire a vivere nella nostra casa-famiglia anche per studiare e poi per allontanarsi dai pericoli della strada che ieri, durante l’esercizio di analisi fatto con Martin, ha elencato con grande consapevolezza: malattia, morte, violenza, abbrutimento, perdita di tempo prezioso. La cicatrice di una coltellata sulla coscia sinistra ne è una conferma evidente. Un altro motivo è rendere orgogliosa di lui sua madre, che in realtà ha espresso un amore e una stima profondi per questo figlio così fragile, a causa del contesto in cui è cresciuto, descrivendolo come “un ragazzo sensibile, buono, generoso”. La difficoltà maggiore per Moisès potrebbe essere quella di lasciare la sua ragazza, con cui ha un rapporto complicato e confuso ma che dura da anni. Riuscirà a sopportarne la lontananza mentre vive nella casa-famiglia e a vederla solo in certi momenti? Noi glielo auguriamo di cuore e lo aspettiamo a braccia aperte. Dovrebbe entrare in casa-famiglia proprio questo sabato, accompagnato dalla madre. É un altro fiore che merita di fiorire in tutta la sua bellezza.
Grazie a tutti voi da ogni ragazzo che, in questi anni, avete aiutato ad entrare nello spazio caloroso e familiare della nostra struttura di accoglienza.
Vostra Alessandra