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GARANTIRE I DIRITTI FONDAMENTALI DELLA PERSONA (prima parte)

Notizie da Lima | martedì 1 Agosto 2017 09:44

Lima, 26 luglio 2017

Carissimi amici,

innanzitutto darvi la bella notizia che lunedí pomeriggio c’é stata la riunione per decidere il rientro in casa-famiglia di Jesús. Dopo aver analizzato insieme, ragazzi ed operatori, gli aspetti critici della precedente permanenza di Jesús nella casa, anche alla presenza della madre, per coinvolgere nel processo di assunzione di responsabilitá anche la famiglia, si é deciso all’unanimitá di riaccoglierlo in casa-famiglia. Sappiamo giá che non sará facile per lui rispettare gli impegni presi, ma vale la pena dargli fiducia e offrirgli un’altra possibilitá, perché la sua storia e le sue difficili esperienze passate giustificano molti dei suoi atteggiamenti che potranno cambiare solo gradualmente e sotto la guida, amorevole e autorevole, dei nostri operatori. Per nessuno di noi é facile cambiare abitudini o difetti del carattere: per un adolescente, che non ne ha consapevolezza, é ancora piú difficile.

Sinergia e Sinergia Por La Infancia dal 2005 sono fortemente impegnate, fin dalla loro nascita nel 2004-2005, nel difendere e garantire i diritti fondamentali delle persone, sopratutto dei minori, in Italia e in Perú. La giornata che ieri ho trascorso in strada con Martin mi permette di raccontarvi con casi concreti come lo facciamo.

1. DIRITTO ALLA FAMIGLIA

Io e Martin ci siamo riuniti con un membro dell’Alto Commissariato Peruviano delle Nazioni Unite per capire in che modo attraverso di loro potessimo eventualmente sensibilizzare lo Stato peruviano sul tema dei minori rinchiusi nei Preventivos de Menores (centri di accoglienza temporanea per minorenni non accompagnati), dove spesso rimangono oltre le 72 ore previste dalla legge, a volte anche per mesi, spesso strappati bruscamente dalle loro case, e in molti casi senza che poi lo Stato riesca ad inserirli in una struttura di accoglienza adeguata o a reinserirli in famiglia risolvendo i problemi che avevano portato il minore ad essere tolto dal proprio nucleo familiare. Siamo stati ascoltati attentamente ed abbiamo ricevuto valide spiegazioni su come funziona il meccanismo dei Comité delle Nazioni Unite, incaricati di monitorare quanto gli Stati applichino i trattati internazionali che hanno firmato e quanto mettano in pratica i suggerimenti che, dopo le singole revisioni, vengono loro dati. Io, Martin e il membro della Onu sappiamo bene che spesso gli Stati applicano solo parzialmente gli accordi firmati. Siamo usciti soddisfatti dell’incontro e con la voglia di presentare in futuro, come membri della societá civile, delle relazioni scritte per informare su alcuni diritti dei minori di strada che sono lesi costantemente, anche dallo stesso Stato.

2. DIRITTO ALLA PROTEZIONE

Finito l’incontro presso l’Alto commissariato, ci siamo diretti in un altro punto della cittá per incontrarci con Freddy, l’altro educatore di strada di Sinergia Por La Infancia, per un caso di salute molto toccante di cui poi vi parleró. Per tutto il tragitto, durato quasi un’ora, Martin, con la pazienza, la precisione e la chiarezza che da sempre lo contraddistinguono, ha dato ad una madre che lo ha chiamato per telefono tutte le informazioni e i suggerimenti per aiutarla ad affrontare la difficile situazione del figlio che resta sempre di piú in strada e non vuole piú tornare a casa. Martin le ha spiegato i suoi diritti come madre, anche di fronte alle forze di polizia, che spesso tendono a scoraggiare i genitori dal denunciare la scomparsa dei figli per evitarsi lo sforzo di cercarli e di prenderseli a carico iniziando l’iter dell’inserimento del minore in un centro di accoglienza. Le ha poi spiegato varie proposte che potrebbe fare al figlio, suggerendole come parlare con il figlio per farlo sentire ascoltato, coinvolto responsabilmente nel processo di presa di consapevolezza della sua situazione e per motivarlo a cambiare la sua situazione. Gli ha anche offerto, come ultima possibilitá, di inviarle una lista di vari centri di accoglienza come il nostro. La signora ha anche chiesto a Martin se lui potesse incontrare personalmente il ragazzo: Martin ha dato la sua disponibilitá, ma ha sottolineato l’importanza che il ragazzo non venga obbligato a farlo, perché sappiamo bene che solo ció che i ragazzi scelgono liberamente risulta davvero efficace. Mentre ascoltavo la lunga telefonata, ero orgogliosa di star offrendo, attraverso Martin e Sinergia, una consulenza di qualitá alla madre di questo ragazzo di strada, totalmente gratuita, ma anche basata sulla gentilezza, l’amorevolezza e il rispetto dell’altra persona.

3. DIRITTO ALLA SALUTE

Io e Martin raggiungiamo Freddy, il secondo educatore di strada di Sinergia Por La Infancia (vedi foto), alla casa di Yovana, che conosciamo da tanti anni, ex-ragazza di strada, madre di Nicole (5 anni) e Luis (10). Il motivo é delicato: lei é malata di tubercolosi e probabilmente di HIV; i bambini, proprio oggi, dovrebbero ricevere al centro medico il risultato dei test per l’HIV. Mi rendo subito conto che lo stato di Yoavana é critico: magrissima, continua a tossire e non ha forze per salire sul nostro pulmino; Martin e Freddy devono praticamente prenderla in braccio. I bambini sembra invece incredibile che possano stare male, perché sono allegri e vivaci. Entrambi fanno parte del nostro programma di sostegno educativo per minori ad alto rischio, che prevede aiuti per iscrizione e materiali scolastici, oltre che la distribuzione di viveri per la colazione. Al centro medico ci fanno attendere tanto tempo; la dottoressa che aveva parlato con Freddy per fissare l’appuntamento non c’é; ce ne mandano un’altra, che peró non conosce la storia clinica di Yovana: é come iniziare tutto da capo. Freddy giustamente parla con fermezza alle infermiere per far notare la disorganizzazione del centro: far andare apposta una persona cosí malata insieme a due bambini ad un apputamento fissato il giorno prima e la dottoressa é assente. Passiamo un paio di ore, per me surreali, in cui si mescolano momenti semplici e teneri, con la piccola Nicole che chiacchiera, colora e ti mostra quello che ha imparato all’asilo, e le carenze/incoerenze del sistema sanitario peruviano. La struttura é fatiscente; non ha un ascensore, per cui Yovana, che non sta praticamente in piedi, é costretta a salire e scendere piú volte le scale; all’ultimo piano non c’é un tetto vero e proprio, ma solo una struttura di metallo ricoperta da legno e plastico che fa passare il freddo: Yovana tossisce piú di prima. Anche la piccola Nicole ha la febbre. Alla fine ci danno il risultato, che andrá confermato da ulteriore gastroscopia, esame doloroso per dei bambini e in piú a pagamento: rimaniamo tutti estremamente colpiti e tristi. Entrambi i bambini hanno contratto l’HIV. Le loro giovani vite cambieranno enormemente. Per tutta la vita dovranno sottostare a controlli e cure per evitare di sviluppare l’AIDS. Tutta la famiglia, padre, madre e i due figli hanno l’HIV, e la madre pure la tubercolosi. Il padre é in carcere. Io ho provato tanta tristezza e commozione. Indignazione per il sistema sanitario peruviano: disorganizzato e poco umano nell’attenzione al paziente.

Le azioni di difesa e promozione dei diritti fondamentali che Sinergia Por La Infancia porta avanti qui in Perú dal 2005 sono importanti tasselli per la costruzione di una societá piú giusta, anche qui in Perú, una societá che nel futuro, speriamo prossimo, sappia garantire davvero a tutti risorse sufficienti per le famiglie e cure sanitarie adeguate.

Vi abbracci forte,

Alessandra