Lettera da Martin
Dicembre 2014
Ciao, Ale!
Prima di andare a dormire volevo scriverVi per condividere con Voi la gioia di avere in casa di nuovo Carlos. Oggi ci ha sorpreso tutti quanti venendo da solo fino alla casa per chiedere di poter tornare a viverci. Nella sua richiesta c’erano riflessioni molto profonde. Ci ha fatto molto piacere che il suo ritorno sia avvenuto senza che ci fosse stato da parte mia o di Freddy un precedente incontro in strada (è stato per puro caso infatti che non ci sia stata l’opportunità di incontrarlo nei giorni precedenti), insomma è stato capace di fare un proprio percorso di riflessione autonomo, pur essendo per strada. Penso che questo lo aiuterà molto in futuro. Sarebbe lungo raccontarti i dettagli di questa bella giornata, perché, prima del ritorno a casa di Carlos, ieri è arrivato in casa-famiglia Angel (13 anni), uno di quei ragazzini con i quali abbiamo pranzato io e te ad agosto, un giorno che li abbiamo incontrati in Viale del Sole e con i quali abbiamo continuato a vederciperiodicamente in questi mesi. Quattro giorni fa Angel mi ha cercato per chiedermi di venire a vivere in casa di accoglienza: l’ha fatto di sua iniziativa, in piena autonomia, e questo è l’aspetto più importante; è arrivato fino alla casa da solo (mi era invece sembrato molto legato agli altri ragazzi con cui stava in strada). Penso che gli siano state molto utili quelle visite alla casa-famiglia, quando è venuto a passare dei pomeriggi con gli altri ragazzi, perché lo hanno aiutato a fidarsi di noi fino al punto di fare da solo questo passo. Non è tutto. Oggi entra nella casa anche Elvis (18 anni), un vicino e conoscente del nostro Anthony. E’ un ragazzo che abbiamo seguito in questi mesi e che era già stato sul punto di venire a vivere in casa, ma poi il processo si era interrotto per una sua ricaduta nelle dinamiche di strada. Ci ha ricontattato in queste ultime settimane, con il desiderio che lo aiutassimo a entrare nell’esercito, per fare la leva militare volontaria. Si sentiva un po’ in imbarazzo nel parlarne, mi spiegava che a casa sua non riesce a stare bene, ma che non desidera neanche continuare a vivere per strada. Ci ha chiesto se potevamo accoglierlo in casa fino a gennaio quando ci sarà la possibilità di postulare per la leva militare. Ne ho parlato in casa, spiegando agli altri operatori le motivazioni, le necessità e i progetti di Elvis. Alla fine abbiamo deciso di accoglierlo pur avendo ben chiari gli aspetti che rendono il suo caso un po’ diverso da quelli dei ragazzi di cui ti ho parlato prima.
Ecco, cara Ale, il giardino della nostra casa risuona di un’aria nuova, con risa, canti e grida di nuovi ragazzi che presto potrete conoscere nelle foto. Ti racconterò, con più calma e con più tempo, come stanno nella casa i nostri buoni ragazzi. Ti invio un forte abbraccio, pieno di affetto e di una particolare felicità che nasce dal sentirVi sempre vicini, al nostro fianco.
A presto!
Martin