Diario da Lima: in strada
Carissimi amici,
a una settimana dal mio arrivo in Perú con Martin, vorrei condividere un momento particolarmente emozionante che ho vissuto con i ragazzi e con Martin in questi primi giorni, come sempre molto intensi.
IN STRADA
Jesús. Incontrarlo in strada martedí scorso non é stato facile. Ricordarlo in casa famiglia l’anno scorso, pulito, sereno, allegro e poi vederlo ad un semaforo mentre pulisce i vetri e ogni tanto tira fuori dalla tasca la borsa con la colla e dá una sniffata. La differenza di situazione di vita é lampante, la mia parte emotiva vacilla, ma quella razionale sa che fa parte del processo del ragazzo la possibilitá di ricadute nella vita di strada. Martin incarica un altro ragazzo di avvisare Jesús della nostra presenza per incontrarlo in una stradina secondaria, piú tranquilla. All’inizio é imbarazzato e timido: probabilmente si vergogna. Subito dopo però fa un gesto che mi sorprende e mi ricorda che i ragazzi sono capaci di generositá e tenerezza anche in queste condizioni sfavorevoli. Mi mette tra le mani una collanina e mi dice: “E’ un regalo per te”. Spiazzata e intenerita. Poi si compie il miracolo della condivisione che tante volte ho sperimentato in strada, oltre la sporcizia e il degrado. Cominciano le chiacchiere. I ragazzi vogliono sapere come é andata in Italia: mostriamo loro le foto; Gustavo chiede a Martin aiuto per rifare la carta d’identitá; Jesús racconta delle difficoltá che ha avuto a rientrare dal confine con il Cile dove era andato a lavorare perché la fotocopia del suo certificato di nascita non era fronte e retro; chiediamo loro dove stanno dormendo e ci spiegano che stanno alloggiando vicino ad una Chiesa, non capisco bene se su un marciapiede o in una stanza affittata. Gustavo vuole farsi delle foto con me, da mettere sul suo facebook: i ragazzi hanno molta familiaritá con internet. Alla fine mi mettono pure in testa un berretto psicadelico e ci facciamo varie foto ridendo per la stranezza della mia apparenza. Condividiamo un bevanda calda e un panino in un baracchino sul ciglio della strada e proseguiamo la chiacchierata sul pulmino. I ragazzi sono tutti sotto l’effetto della colla, ma la presenza amichevole mia e di Martin li ha fatti spontaneamente smettere di inalare ed entrare in una situazione di relazione e amicizia. Jesús nei giorni precedenti aveva scritto a Martin su facebook di voler tornare alla nostra casa di accoglienza. Martin gli chiede se pensa di venire. Lui risponde di sí, anche se non sembra proprio sicuro della sua risposta: dice che domani verrá alla casa. Martin gli ricorda di chiamare prima di venire, per avvisarci del suo arrivo. Jesús chiede del gallo e della gallina che gli avevamo comprato qualche mese fa, come mascotte. In cuor mio spero tanto che Jesús domani chiami e venga, ma so giá che il suo rientro nella nostra casa-famiglia dipenderá da tanti fattori, anche minimi, come svegliarsi presto o tardi il giorno dopo, o incontrare un amico che ti propone di fare qualcosa insieme. Il regalo piú emozionante di Jesús é il saluto finale, gridato nell’aria quando se ne sta giá andando ed io e Martin stiamo salendo sul pulmino: “Ciao, famiglia!”. Io e Martin ci guardiamo e non servono parole tra noi per sentire chiaramente che Jesús si sente amato da noi come una famiglia, indipendentemente dalle sue scelte e situazioni di vita.
Vi abbraccio, Alessandra