Esaù torna nella sua famiglia
innanzitutto mi scuso tanto se, dopo avervi abituato a notizie così frequenti, sono sparita nel nulla per più di una settimana. Il desiderio di condividere con voi le intense giornate della settimana scorsa era profondo in me, ma il ritorno a casa a ore tarde e le levatacce per questioni legate al nostro progetto non mi hanno lasciato forze per scrivervi di sera, come avrei voluto.
Stasera condivido con voi la bellezza del rientro di Esaù nella famiglia di uno zio paterno, di cui avete già visto le foto alla gnoccolata di giugno, perchè Esaù era venuto con Edilberto, uno dei nostri educatori, a conoscerla e a verificare che ci fossero le condizioni favorevoli a questo passo delicato. Esaù infatti ha vissuto con questi zii per un anno circa, quando aveva circa 6 anni, poi il padre lo aveva ripreso con sè e lui aveva iniziato ad uscire per strada e ad entrare in giri poco raccomandabili per i piccoli furti e il consumo di colla.
Siamo partiti venerdì mattina, io, Esaù, Edilberto e altre due mie amiche peruviane, una delle quali è Jenny che Marta e Stefania hanno conosciuto (la ragazza che ha un casa famiglia per ragazzi di strada malati di tubercolosi). Il viaggio, come sempre quando lo si fa via terra qui in Perù, è stato piuttosto lungo e stancante, ma con la ricompensa di aver rivisto il sole quando abbiamo iniziato a salire verso le montagne. Siamo arrivati alle sei e mezzo di sera e, dopo aver trovato un hotel molto semplice di fronte al mercato popolare della città, io ed Edilberto abbiamo accompagnato in mototaxi Esaù dalla su famiglia che vive in un posto con un nome bellissimo (piedras azules), ma che in realtà è fatto di pietra e terra . Quando Esaù ha bussato alla porta della casa sono usciti i suoi due cuginetti più piccoli, un ragazzino di 10 anni e una bimbetta di 4. Non lo aspettavano perchè lo zio che avevamo chiamato qualche giorno prima li aveva informati che saremmo arrivati sabato. Nonostante questo, hanno gridato il suo nome con gioia e lo hanno abbracciato. Ho visto Esaù emozionarsi e anche io ho provato tenerezza. Siamo entrati mentre il cognato della zia andava ad avvisarla che eravamo arrivati e poco dopo ci hanno fatto vedere, con nostra grande sorpresa, che nel mese e mezzo che è passato dalla prima visita di Esaù ad oggi gli avevano già costruito una piccola stanza in mattoni, sul retro della casa. Un gesto che descrive più di tante parole quanto questa famiglia sia felice di accoglierlo di nuovo fra i suoi componenti. È stato per me un primo bel segnale positivo per questo nuovo cammino che intraprende Esaù.
La serata è proseguita con tanta semplicità e con poche parole. La zia appena arrivata si è messa a cucinare per noi (patate fritte, pollo e riso), la bimbetta colorava il suo album di animali, i due cugini più grandi guardavano con noi la televisione. Abbiamo cenato insieme in semplicità, prima con piatti abbondanti per noi, poi con piatti più modesti per la famiglia. Sulle Ande l’accoglienza è ancora un valore preziosissimo e l’ospite è sacro. La famiglia aveva progettato di organizzare un cena per l’arrivo di Esaù, ma ci aspettavano sabato quindi i pini sono stati modificati. Abbiamo lasciato Esaù a dormire nella sua nuova casa, ma prima lui e i suoi cugini più grandi ci hanno accompagnato, causa completa oscurità della stradina, a prendere un taxi. È stato bello vedere il cielo stellato che a Lima è rarissimo vedere.
Stamattina, come ci eravamo messi d’accordo, Esaù è venuto al nostro hotel e siamo riusciti, con grande soddisfazione di tutti, a sbrigare tutte le cose che ci eravamo proposti. Prima siamo andati a iscrivere Esaù alla sua nuova scuola (seguirà il sabato un corso di meccanica e guida e la domenica proseguirà con gli studi medi). Era molto contento. Poi siamo andati al mercato a cercare un piccolo armadio in cui mettere le sue cose. Alla fine abbiamo comprato un qualcosa di più semplice, perchè altrimenti avrebbe utilizzato quasi tutti i suoi risparmi per il mobile, ma era comunque contento della soluzione. Una struttura di metallo con vari ripiani e con un telo a cerniere che lo ricopre. Da lì siamo passati alla banca: che emozione vedere un altro dei nostri ragazzi, dopo Andre, aprire il suo libretto di risparmi e versarci per la prima volta il frutto del proprio lavoro (meno di 100 euro, ma che valore immenso per tutta la storia che portano con sé). Io ed Edilberto gli abbiamo spiegato bene come fare per prelevare e depositare i suoi soldi in futuro. Tutte cose nuovissime per lui. Infine si è fatto le foto tessere per la scuola, ha comprato il quaderno che gli servirà domani e abbiamo concluso degnamente la mattinata con un gelato e una passeggiata nella piazza principale. A mezzogiorno in punto, come in un fiaba, lo abbiamo salutato sul taxi che lo ha portato con il cugino e il nuovo armadio a casa “sua”. Siamo davvero felici per lui e speriamo che, nonostante le difficoltà che ci saranno, Esaù possa davvero inserirsi bene nella sua nuova famiglia.
Edilberto è già rientrato a Lima oggi pomeriggio, io e le altre due amiche ci fermeremo fino a domani sera. domani andrò sicuramente a salutare Esaù prima della partenza, per riabbracciarlo un’ultima volta e perchè si senta accompagnato da noi una volta ancora. Non è un addio e lui lo sa bene, ma solo un arrivederci, perchè come lui stesso ha detto durante il pranzo che abbiamo organizzato giovedì scorso per salutarlo, siamo la sua famiglia.
Oggi pomeriggio è stata un’immersione in un festa paesana tipicamente peruviana, tra balli, mangiare a tutto spiano e musica alle stelle. Pensate solo che nella piazza del paesino c’erano quattro gruppi musicali che suonavano contemporaneamente e la birra scorreva a fiumi. So che a molti di voi sarebbe piaciuto essere lì con me a festeggiare con queste persone così semplici ma che sanno godersi così tanto la vita.
vi abbraccio forte,
Ale