Fiori peruviani
Carissimi amici,
Sono arrivata da pochi giorni in Perù. Come sempre, una grande emozione. Cosa c’è di più bello di un fiore regalato spontaneamente?
Quelli della foto me li hanno colti e regalati i ragazzi della casa-famiglia come segno di benvenuto: per me simboleggiano proprio loro, dei bellissimi fiori che, quando erano per strada, nessuno ammirava e spesso molti calpestavano; ora, invece, grazie al progetto, sono rifioriti in tutta la loro bellezza!
Bellezza e gratitudine sono le due parole che meglio descrivono questi primi giorni passati coi ragazzi e gli operatori.
Ecco alcuni momenti preziosi:
Orlando (15 anni) ieri è passato di fase: da quella del “risveglio” a quella di “comunità”. Gli è costato molto tempo e sforzo, ma è davvero felice di esserci finalmente riuscito: la piccola festicciola è stata pura emozione. Da tempo non vedevo Martin commuoversi fino alle lacrime ricordando Orlando steso per terra, in strada, e facendo il confronto con chi è ora. Ognuno degli operatori e dei ragazzi, io compresa, gli abbiamo rivolto parole oneste, piene di stima e incoraggiamento. Fra una settimana, tra l’altro, riprenderà ad andare a scuola dopo vari anni: uno dei suoi sogni! Lo stesso Orlando che la sera del mio arrivo mi ha mostrato una delle sue invenzioni, fatta di cartone, colla e un piccolo motorino a ventola: un massaggiatore artigianale. Dice che le creaazioni gli vengono improvvise nella testa e, senza bisogno di ulteriori progetti, riesce subito realizzarle. Quanti talenti ha ciascuno dei ragazzi!
Rodrigo (13 anni) mi ha accolto con il suo timido abbraccio, ma poi la sera ha trovato il coraggio per dirmi che gli sono mancata molto e che è felice che io sia qui.
Mateo (11 anni) è pura energia vitale. Ti travolge con domande e curiosità di ogni tipo. Ha una memoria incredibile e una capacità di osservazione profonda. Non gli sfugge nessun dettaglio. Si è già prenotato i miei massaggi e le mie canzoncine della buonanotte.
Vi racconto di queste espressioni di affetto verso di me perché dimostrano il tipo di relazioni profonde che i ragazzi riescono a sperimentare in strada (tramite l’educatore di strada) e poi in casa-famiglia (con educatori, psicologa, assistente sociale e cuoca): nascono e crescono spontaneamente grazie ad un ambiente che abbiamo voluto sin dall’inzio, e continua ad essere, familiare. Ogni persona può essere se stessa, può trovare uno spazio per coltivare i propri talenti, per sanare le ferite del passato, per conoscere meglio chi vuole essere in futuro. Proprio come in una vera famiglia in cui i genitori cercano di creare le condizioni migliori per i propri figli.
Grazie per permetterci di continuare ad offrire uno spazio di crescita umana profonda.
Vostra Alessandra