Verona, 09 ottobre 2018
Il primo ragazzo che mi ha accolto a luglio nella casa-famiglia è stato Carlos (vedi foto: con me e la famiglia). Mi ha squadrato intensamente da capo a piedi. Mi sentivo messa a nudo. Poi ho saputo che ha un leggero ritardo mentale e a volte si comporta in questo modo. Sono bastati pochi giorni e qualche momento di gioco condiviso per diventare buoni amici. La magia dei rapporti che ogni anno si creano tra volontari e ragazzi quando li visitiamo!
Carlos (16) è arrivato nella nostra casa-famiglia a giugno, su segnalazione del Ministero. Ha una storia molto difficile, come quasi tutti i ragazzi che aiutiamo. Innanzitutto è frutto di una violenza subita dalla madre, in giovane età, dal suo compagno. Il padre avrebbe voluto che lei abortisse. La difficile situazione familiare è stata probabilmente la causa della sua irrequietezza e difficoltà di apprendimento a scuola, segnalata già a 8 anni dalle maestre che lo hanno mandato da uno psichiatra. La diagnosi è stata quella di un leggero ritardo mentale con tratti di iperattività. Da allora è stato costantemente sotto psicofarmaci, senza però grandi miglioramenti. Continua >