Natale a Lima! Nel nostro progetto!
In semplicitá ed essenzialità.
Romel: un ragazzo maggiorenne che abbiamo aiutato per infezione da elicobattero e che da lí ha iniziato un cammino di rinascita.
Yovana: figlia della strada che abbiamo aiutato con le medicine del padre e che mi ha fatto celebrare il Natale in essenzialità.
Romel (25 anni) ha vissuto nella nostra casa-famiglia per circa un mese. Ha chiesto ospitalitá per poter curarsi bene dell’elicobattero, perché in strada non ci riusciva. L’abbiamo accolto in una delle camere del secondo piano dove anche io sto dormendo, pensate proprio per ospitare chi come lui si trova in situazione di emergenza pur non essendo in etá per viverci. Da circa venti giorni vive in una stanza in affitto nel primo centro abitato vicino alla nostra casetta, che continua a frequentare come punto di appoggio sia affettivo che pratico. Per esempio la nostra assistente sociale lo sta aiutando a rifarsi la carta d’identitá per poi cercare un lavoro piú formale del cantante ambulante sugli autobus che ha fatto finora. Gli abbiamo giá trovato un posto in un vivaio della zona. Mancano i documenti. Ho passato il Natale con lui e Martin e ho avuto occasione di conoscerlo meglio.
Un piccolo, grande miracolo: anni di strada non hanno cancellato in lui l’interesse per la vita e la capacitá di sognare in grande. Mi ha detto che non vuole piú fare il cantante ambulante, che non vuole piú tornare in strada, che vorrebbe un lavoro che gli permettesse di riprendere gli studi, terminare le medie e poi magari studiare per informatica. Ha una grande passione per la musica, con gusti sorprendentemente raffinati: gli piace anche la lirica e ho dovuto anche provare a cantargli qualche aria che mi richiedeva. Ha viaggiato in Bolivia, con mezzi di fortuna e mantenendosi con il canto e la musica: ne é rimasto affascinato e vorrebbe viaggiare e conoscere ancora tanti posti, per esempio l’Argentina per imparare il tango. Non sembra anche voi magico che si possa mantenere tanta vitalitá, tanto entusiasmo per la vita nonostante le mille ristrettezze? A me sí. Romel avrebbe molto da insegnare a chi come me si scoraggia o si deprime per difficoltá molto piú piccole: quando é depresso, perché pensa alla sua malattia, prende e corre fino alla casetta, per fare un po’ di movimento, liberare la mente e stare un po’ con ragazzi ed operatori. Capite il miracolo di arrivare con il nostro progetto anche a persone come Romel, nonostante la maggiore età? Un aiuto sanitario, un’accoglienza temporanea e puntuale potrebbe essere davvero un nuovo inizio per questo ragazzo, che ha avuto l’occasione di allontanarsi grazie a noi dalla strada, nonostante i suoi 25 anni, e di riprendere in mano le prospettive della sua vita. Quindi a volte accogliere o meno puó fare una grande differenza. Noi quasi sempre accogliamo.
Di Yovana voglio raccontarvi poche cose, per farvi capire soltanto come il Natale, da quando esiste nella mia vita il progetto di Lima, é stato sempre di meno la festa delle luci e dei panettoni e sempre di piú la condivisione, anche indiretta se sono in Italia, con chi come Yovana ha davvero bisogno, in umiltá come il piccolo bimbo che nasce nella mangiatoia.
Yovana contatta Martin per telefono poco dopo che sono scesa dall’aereo e sono sul pulmino con Martin. Chiede aiuto economico per comprare le medicine per il padre in terapia intensiva. Martin le propone di incontrarsi il 24 a metá strada. Lei viene, puntuale, con il fratello. Ragazza umile, davvero provata dalle settimane di continua assistenza al padre e dalla preoccupazione di racimolare i tanti soldi con cui coprire le continue richieste dell’ospedale. Mi guarda e mi dice in grande semplicitá: “Lavoriamo vendendo caramelle. Guadagniamo circa 7 euro al giorno con i quali riesco appena a mantenere me e mia figlia”. Martin con delicatezza e professionalitá, ascolta, suggerisce, guida. Poi partiamo alla ricerca di alcune medicine. Varie farmacie non le hanno. Bisogna andare in quelle vicino agli ospedali. Di nuovo strada in mezzo al solito traffico divoratore di tempo ed energie. Poi Martin l’accompagna a comprarle. Io attendo con Romel nel pulmino. Tornano dopo un bel po’. Trovarle non é stato facile. Poi ci si preoccupa che mangino: sono le cinque del pomeriggio e non hanno pranzato. Prendiamo al volo dei panini e una bibita ad un semaforo. Poi li accompagniamo a prendere il treno sopraelevato perché possano arrivare piú velocemente in ospedale e consegnare in tempo le medicine.
Quando ripartiamo, Martin con gli occhi lucidi mi dice: “Non ce l’ho proprio fatta a comprarne solo alcune di quelle medicine, gliele ho comprate tutte perché sentivo che per quell’uomo in terapia intensiva averle tutte o solo una parte avrebbe fatto la differenza”. Tace commosso. Io lo guardo e gli dico che in quel momento abbiamo vissuto il vero Natale: aiutare chi é solo con totale gratuità. Aggiungo che lui il Natale lo incarna tutti i giorni. Poi taccio commossa e orgogliosa, di lui e del nostro progetto.
Buone Feste a tutti Voi da Lima, Perú.
Con affetto,
Alessandra