Selena arrivata a Lima
Lima, 24 Ottobre 2014
Eccoci qui a raccontare le prime avventure in questa grandissima città peruviana. È passata già una settimana, e devo dire che è volata! Che dire di questa città… Grande, caotica, trafficata. Al mio arrivo alle dieci della sera, stanca ma super emozionata ed eccitata, c’era martin ad aspettarmi! Quello che mi colpisce già dal primo viaggio in macchina, appena atterrata, è il rumore che si sente in strada di clacson, i tanti mezzi che riempiono le vie, e immagino che, vista l’ora, sia una città senza orari, ma lo scoprirò strada facendo in questi mesi. Altro che mi colpisce e che mi lascia stupita? La differenza tra un quartiere e l’altro, la differenza di colori, di palazzi, quartieri ricchi di grattacieli a vetri e palazzi lussuosi e quartieri in cui tutto è meno curato, più trasandato dalla strada ai palazzi. Ma la cosa bella? Si incontra ovunque gente, gente che corre, cammina, che parla al telefono ferma ai marciapiedi, e anche tante persone con cui scambiare parole, persone che salutano sempre, che mi fanno gustare comunque il camminare in una nuova città. Mi fermo in una bancarella e assaggio sempre qualcosa, e un caballero ti parla e ti racconta! Spostarsi a lima? Devo dire che i mezzi proprio non mancano, dai mototaxi, ai taxi individuali e di gruppo, alle combi, agli autobus, alla metropolitana e per finire al treno. Provarli tutti lo stesso giorno non ha prezzo 🙂
Una settimana di conoscenze,ricca di novità e di riflessioni. Una settimana in cui ho conosciuto Carlos e Jesus, i due ragazzi della nostra casetta a Pachacamac. Sempre sorridenti e molto affettuosi, molto teneri perché subito hanno capito che non comprendevo bene, quando parlano velocemente,e allora adesso mi parlano più tranquillamente e mi spiegano sempre tutto! Impegnati nella coltivazione del proprio orto, contenti e soddisfatti quando spuntano i primi ravanelli, dediti alla cura delle galline, e uccelli simili ai pappagallini; con la palla da football sempre a portata di mano e immancabilmente la musica come sfondo musicale a tutte le giornate. Ho conosciuto gli educatori che lavorano in casetta e, grazie a domenica, quando abbiamo festeggiato il compleanno di Sinergia Por La Infancia con un pranzo insieme in giardino, ho conosciuto ragazzi che sono cresciuti lì in casetta, che ora stanno prendendo il volo per un nuovo capitolo di vita, alcune delle loro famiglie e altri amici. Una giornata bella, divertente in cui, in tutta spontaneità, nel gioco e a tavola sono usciti racconti simpatici degli anni passati, legami forti che si sono creati. È stato molto emozionante.
Questa settimana ho vissuto anche un momento delicato in casa di accoglienza, un momento di debolezza di uno dei ragazzi, dovuto a mille suoi pensieri e probabilmente a delle piccole frustrazioni avute durante la giornata. Ha ripensato alla strada come soluzione e ha deciso di lasciare la casetta, ma nel cammino poco dopo ci ha ripensato ed è ritornato! Mi é salito un senso di tristezza a sentirlo e a pensare che questo può essere il ciclo del ragazzo che entra in casetta! Entra volontariamente per scelta, perché lui lo decide, conosce la casa qualche giorno, riflette e poi un altro giorno decide di fermarsi e,così come volontariamente entra, può anche decidere di uscire. Ma è difficile da comprendere dall’esterno, perché sai che questo non sarà il bene per lui, che ancora una volta la strada, e quello che questa offre,vincerebbe. In questo caso però, Jesùs è stato forte: ha vinto la frustrazione e l’attrazione per la strada!
Ho vissuto anche un assaggio di esperienza in strada, l’altra area in cui Sinergia opera con Martin e Freddy, che ogni settimana si dedicano a ragazzi e famiglie. Cosa fanno con loro? Semplicemente li accompagnano per un pezzo della loro vita, per aiutarli a godere dei diritti della salute, dell’istruzione, dell’educazione che spesso a coloro che hanno meno vengono negati, negati proprio da quelle istituzioni che sono nate per aiutarli e garantirglieli. In questi giorni ho notato con sconcerto, la tanta indifferenza delle grandi istituzioni, la poca conoscenza o la volontà di non voler vedere la realtà così com’è! Sinergia, ad esempio, si impegna a dare un’identità a molti di loro aiutandoli a possedere una carta d’identità, un documento che per me era scontato possedere prima di arrivare qui: un “pezzo di carta” importantissimo che ti dà un’identità come figlio, madre, padre o altro, che ti riconosce con certezza che hai un passato, un presente e un futuro. In questi pochi giorni ho visto dei posti diroccati, sporchi, sui colli che circondano lima, dove le persone vivono in case da loro costruite perché in città per loro non c’era niente, dove i bimbi giocano tra loro, dove si aiutano l’uno con l’altro. Sono umili, non possiedono niente, vivono in condizioni di estrema povertà eppure li guardo e vedo quel sorriso e quegli occhi che mi trasmettono una forza immensa, una voglia di non arrendersi, capaci di gesti di fratellanza e unione tra loro. Persone ingegnose e intelligenti, secondo me, che di qualsiasi cosa riescono a fare un lavoro: da vendita di caramelle, cioccolatini e bibite, alla figura del reciclador di rifiuti, a quella della raccolta di pietre dal letto del fiume per venderle! E penso: “Sono comunque più fortunata, perché lamentarmi in continuazione?” Ognuno ha le sue cose per cui lottare, non sarebbe bello imparare a vivere con meno, per rispetto di chi è costretto a vivere con meno?” Forse potrei imparare qui e sopratutto da queste persone a fare selezione di ciò che è superfluo, che non ha importanza e dare valore a ciò che è veramente essenziale! Mi piacerebbe anche apprendere da chi opera con loro, Martin e Freddy e sicuramente da tante altre persone, la grandissima generosità, il dedicarsi all’altro in maniera totalmente disinteressata, senza aspettarsi nulla in cambio. Fermarsi per strada a parlare con un uomo che da 40 anni vive in strada e che chiede aiuto per rivedere suo figlio che probabilmente vive a Cuzco? Probabilmente a Verona non mi sarei fermata perché presa dalla corsa frenetica delle mille faccende da sbrigare. Faccende che non mi permettono di vedere l’altro! Un’esperienza è iniziata, e da subito intensamente. Voglio assaporare la realtà peruviana e calarmici pian piano,vorrei offrire tutto quello che posso, dare per aiutare!!
Un abbraccio grande grande da Lima!!
Selena