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LA CASA DI ACCOGLIENZA COME LUOGO DI PROTEZIONE TEMPORANEA

Notizie da Lima | lunedì 11 Agosto 2014 07:47

4 diario da Lima 100814-page-00110 agosto 2014

Victor (11) e Jesùs (9) sono due fratelli che stanno vivendo nella nostra casa di accoglienza da quindici giorni. Il più grande è già stato con noi l’anno scorso, ma dopo un po’ di tempo è voluto tornare a casa perché gli mancava molto la madre. Abbiamo deciso di accoglierli temporaneamente nella casa, pur essendo uno dei due molto piccolo, fino al momento in cui dovrebbero andare a vivere, se lo vorranno, in un’altra casa-famiglia più vicina alla loro casa e alla loro mamma, e con un gruppo di bambini più piccoli rispetto al nostro. Tra gli operatori, in riunione, si è discusso molto se accoglierli o meno, visto che sono più dei ragazzini a rischio che già immersi nelle dinamiche di strada, ma il fatto che l’altra casa-famiglia abbia dato disponibilità per loro solo a partire da dicembre, e il rischio che nel frattempo stessero più in strada, aumentando il consumo di colla e mariuana del più grande, ci hanno spinto a scegliere di accoglierli per il tempo necessario. Sono pochi i progetti che come il nostro sono disposti ad accogliere dei minorenni pur sapendo che non resteranno poi nella propria struttura. Mettere però al primo posto il bene dei ragazzi e in secondo piano gli interessi dell’istituzione è una caratteristica che ci contraddistingue e di cui siamo molto orgogliosi. Per Victor e Jesù stiamo facendo noi tutto l’iter dei controlli medici di routine (esami generali, visita medica, test per AIDS, tubercolosi, malattie veneree, ecc.), dei report sulla situazione familiare e 4 diario da Lima 100814-page-001 - Copiascolastica, dei documenti.Venerdì scorso per esempio abbiamo portato la madre e Jesùs ad avviare la pratica per l’emissione del documento d’identità che il bambino non ha ancora e che è un requisito che ci richiede l’altra casa per accoglierlo. Dentro di me nasce ovvia la riflessione che dovrebbero essere loro ad occuparsi in ogni caso della regolarizzazione dei documenti dei bambini che entrano nella loro struttura, anziché esigere ai genitori o a chi li accompagna di presentarli al momento dell’ingresso, ma poi, se penso al bene del bambino, capisco che se non faremo così probabilmente perderà l’opportunità di entrare in quello spazio di crescita protetta, che è più idoneo al nostro per vicinanza alla madre ed età degli altri bambini ospitati più compatibile alla sua. Sinergia Por La Infancia invece non richiede ai ragazzi che entrano di avere già “le carte” in regola: con ragazzi di strada sarebbe impensabile pretenderlo. Ecco perché noi accogliamo i ragazzi nelle condizioni in cui si trovano e successivamente ci preoccupiamo di regolarizzare i loro documenti e di monitorare e curare il loro stato di salute.

La storia della famiglia di Victor e Jesùs è molto simile a quella di tanti altri ragazzi: estrema povertà, numero elevato di figli (sono nove), non hanno una casa e la madre viene ospitata per periodi alterni da familiari o amici,cambiando continuamente casa; attualmente vivono in un catapecchia di pochi metri quadrati, senza acqua né luce, dormendo tutti in un solo letto a castello: i figli più piccoli con la madre, quelli più grandi sull’altro letto. La madre lavora vendendo dolcetti sugli autobus e si fa aiutare dai figli che fin da molto piccoli sono stati quindi abituati a fare una vita da adulti, sempre in strada, cercando di vendere il più possibile, impietosendo la gente. Anche adesso che sono in casa nostra, ti chiedono continuamente di comprargli delle piccole cose o di dargli una mancetta ed è un continuo guidarli, con delicatezza e gradualmente, a diminuire questa loro abitudine che nasce da carenze reali molto profonde sul piano materiale. Il padre è alcolizzato, non vive permanentemente con la madre e i figli, ma a volte compare per maltrattarli fisicamente e verbalmente. Non è dunque né una figura di sostegno economico né di riferimento a livello affettivo. Victor ha già iniziato a sniffare colla da scarpe e a provare anche la mariuana. Jesùs, il più piccolo, per fortuna no, ma ne parla apertamente dimostrando di essere stato immerso per molto tempo nella cultura di strada. Uno dei fratelli più grandi è in carcere per piccoli furti ed è stato il ponte per ulteriori esperienze negative dei fratelli più piccoli.

4 diario da Lima 100814-page-002Adesso che sono nella nostra casa di accoglienza, emergono qualità e difficoltà di ognuno di loro: Victor è molto reticente allo studio, a differenza di Jesùs che è più disposto a svolgere attività didattiche; entrambi amano suonare il flauto di pan, giocare a calcio e usare il computer, soprattutto per facebook e per i giochi elettronici. Stanno bene con noi, anche se la presenza o assenza della madre influisce molto sul loro umore: sono ancora piccoli ed è assolutamente comprensibile che possano avere ancora molto bisogno di lei. Sono entrambi molto affettuosi: cercano continuamente abbracci e carezze, come sempre per colmare un vuoto che si portano dentro da piccoli. Come spesso ho visto nei ragazzi che accogliamo, si mescola in loro infanzia e maturità precoce: parlano e ragionano da adulti su argomenti come il denaro e il lavoro, ma poi sono fragili e bisognosi di attenzione come i bambini più piccoli e mantengono un candore nelle loro domande che dimostra la sete di conoscere e comprendere tipica dei bambini all’inizio del loro processo di apprendimento. Hanno già provato la droga, ma si emozionano quando gli metti tra le mani un peluche. Ieri siamo stati al cinema: per Jesùs era la prima volta. Era eccitato ed emozionato. Uno degli obiettivi della casa di accoglienza è far vivere esperienze piacevoli e creative ai ragazzi, perché ritrovino la serenità, si sentano bene, cambino poco a poco orizzonti e obiettivi della loro vita. Siamo e vogliamo continuare ad essere uno spazio di serenità, affetto, crescita positiva per ognuno di loro. Grazie per renderlo possibile con il vostro aiuto e la vostra vicinanza.

Alessandra