Arrivo di Alessandra in Perù
Carissimi tutti,
Oggi è stata davvero una bellissima giornata. Non mi aspettavo di riuscire già oggi a vedere praticamente tutti i ragazzi e soprattutto non pensavo che avrei condiviso così tanto tempo con loro.
Io e Martin abbiamo aspettato Andrea in un punto sulla strada per poi andare insieme alla casa-famiglia: che emozione rivederla! È sempre bellissima, adesso porta gli occhiali. Sono scesa dal pulmino e l’ho stretta forte forte. Durante la giornata questi momento di tenerezza si sono ripetuti più volte, come se entrambe avessimo la necessità di ritrovarci anche nel contatto delle coccole. Quando l’ho avuta vicino, mi sono resa ancora più conto di quanto mi siano mancati i ragazzi e di quanto sia vera la frase che mi è capitato di dire più volte a vari di voi, cioè che considero questi ragazzi, i nostri ragazzi, come dei figli. Con Andrea questo sentimento è davvero profondo e reciproco: sento in lei la stessa voglia di avermi vicino e lo stesso profondo affetto che sento nei suoi confronti, me lo restituisce con altrettanta intensità.
Sta bene, benissimo direi, ben chiara nei suoi progetti futuri: sta pensando di trovare un altro lavoro che le permetta di avere più tempo per riprendere gli studi in un Istituto. Non ha ancora scelto quale indirizzo, ma potrebbe essere pasticceria, informatica o contabilità. Questo progetto mi è stato confermato nella sua concretezza, dal gesto che ha concluso la giornata insieme a lei: io e Martin, fuori dal pulmino, come un papà e una mamma, mentre lei ritirava dal bancomat buona parte della quattordicesima che le hanno appena depositato, per darla a Martin come risparmi che userà proprio per iscriversi all’istituto.
Inutile dirvi l’emozione e l’orgoglio che ho sentito mentre la guardavo: non ho potuto non commentare ad alta voce a Martin quanto fosse bello pensare a quanta strada avesse fatto con noi Andrea da quando l’abbiamo conosciuta ormai 8 anni fa, sotto il ponte autostradale dove lavorava salendo a cantare sugli autobus. Non ho potuto non pensare a quanto avrebbe potuto essere diversa la sua vita se fosse rimasta in strada. Mi sono sentita orgogliosa di lei e di noi e mi è quasi venuto da piangere di felicità.
Il 29 luglio compie 21 anni e festeggerà a casa “nostra” con una grigliata e tanta musica e balli: la scelta di festeggiare con noi, alla casa-famiglia, mi conferma quanto sia forte il legame tra lei e noi e quanto ci senta come la sua famiglia. Sono felicissima di essere qui in Perù per il suo compleanno! Ballerò fino a perdere il fiato, come ho fatto al mio compleanno.
L’arrivo alla casetta è stato segnato dalla vista della facciata appena ridipinta, che mi ha dato la sensazione di ordine e pulizia: pareti marroni, profili in cemento arancioni e portone verde smeraldo. Molto vivace e bella.
Poi l’incontro con i ragazzi che, al suono del clacson, sono usciti dal portoncino e hanno iniziato a salutarmi e a farmi domande quando ero ancora nel pulmino. Davvero emozionante rivedere dal vivo ognuno dei loro volti! Li ho abbracciati forte forte, uno ad uno. Nei miei abbracci c’erano compresi anche i vostri, ve lo assicuro. È stata bella la sensazione di essere a casa: adesso che sono qui mi sembra di non averli mai lasciati, e non c’è stato nessun istante di imbarazzo o di lontananza, ma un immediato ritrovarsi vicini nell’affetto e nella stima reciproche. Potete immaginare quanto queste conferme siano importanti per me, perchè il senso di lontananza da loro quando sono in Italia a volte prende in me il sopravvento, per quanto sia convinta della mia/nostra scelta di seguire il progetto dall’Italia.
È stato molto bello conoscere l’ultimo arrivato, Jesùs, che attendeva con impazienza di conoscermi, dopo tutti i racconti che gli avevano fatto gli altri: è un ragazzino molto intelligente, che assomiglia molto a Marin nei tratti e nel fisico tantoche fin da subito lo hanno preso in giro dicendo che sarebbe il figlio di Martin.
Ho trovato la casa ben curata e ben organizzata, con in bella mostra gli ultimi diplomi di scuola elementare dei nostri ragazzi e con tanto di bacheca settimanale con notizie di attualità e frasi o immagini stimolo per i ragazzi. Jesùs mi ha mostrato con orgoglio l’attestato che ha segnato il suo passaggio dalla fase del “risveglio” a quella della “comunità” all’interno del nostro programma di accoglienza e reinserimento sociale, che segue la casa-famiglia.
In giardino ho chiacchierato a lungo con Kervin, che è convalescente dall’operazione al timpano perforato cui doveva sottoporsi fin dall’anno scorso, ma che è stata possibile solo la settimana scorsa, causa lungaggini del sistema sanitario nazionale. Mi ha raccontato con emozione che lunedì inizierà uno stage nella scuola professionale di pasticceria che frequenta, perchè è stato scelto all’interno di tutta la classe in base al merito e alle sue capacità. Mi ha raccontato nei dettagli come l’insegnante lo avesse scelto tra tanti e io gli ho fatto i complimenti per l’impegno e il modo in cui aveva raggiunto questo traguardo.
Nel pomeriggio abbiamo accompagnato Esaù a visitare la sorella che vive in un altro istituto, dove era entrata grazie alla nostra mediazione e dove vive anche la zia di Andrea, di soli 11 anni, che abbiamo aiutato ad entrare un paio di anni fa, per farla crescere in un contesto più sano dove fosse seguita attentamente e potesse studiare. Abbiamo passato un pomeriggio bellissimo, fra chiacchierate, risa e giochi.
Vedere sorridere così tanto Esaù e Andrea, insieme alle loro familiari, mi ha confermato con tanta semplicità e profonda gioia che il nostro progetto riesce a far rivivere i ragazzi sia nel loro percorso di vita individuale sia nella ripresa dei vincoli familiari che permettono loro di avere radici affettive più solide.
Vedere sorridere così tanto Esaù e Andrea, insieme alle loro familiari, mi ha confermato con tanta semplicità e profonda gioia che il nostro progetto riesce a far rivivere i ragazzi sia nel loro percorso di vita individuale sia nella ripresa dei vincoli familiari che permettono loro di avere radici affettive più solide.
Esaù ha finito qualche giorno fa il secondo anno delle medie e ha deciso di provare ad andare a vivere a Huaraz, con lo zio paterno. Partirà il 31 luglio e si iscriverà direttamente nella nuova città alla terza media. Vorrebbe tanto che lo accompagnassi anche io.
Bene, cari amici, avrei ancora altre cose da condividere con voi, ma la stanchezza del fuso orario si fa sentiré.
Vi mando un fortissimo abbraccio e delle foto.
Siete con me.
Ale