La storia del piccolo Victor
21 aprile 2013
ci piace continuare a condividere con voi la vita dei nostri ragazzi di Lima (Perù). Tre settimane fa è arrivato a vivere nella nostra casa-famiglia “Rayitos de Luz” un nuovo ragazzino. Si chiama Victor ed ha 10 anni. Lo vedete in questa foto, scattata al compleanno di Martin, fondatore del progetto, mentre ci saluta con il segno della vittoria. Viene da Zapallal, una zona molto povera di uno dei distretti periferici di Lima, dove molti bambini lavorano come venditori ambulanti in piazze, strade, mercati e autobus. Freddy e Martin, nostri educatori di strada, lo hanno conosciuto tramite i fratelli maggiori, due sorelle e un fratello, che già da qualche anno vivono in strada e che abbiamo aiutato come progetto nel passato: Valeria, già ventenne; Flor, che l’anno scorso ha perso il suo bimbo di 4 mesi, ha contratto una grave infezione ed ha ricevuto il nostro aiuto per le spese di ospedale e medicine; Cristian, che stava per entrare nel nostro programma di sostegno educativo, ma poi si è coinvolto in modo rapido in situazioni di piccola delinquenza che lo hanno fatto finire nella carcere minorile di Maranga, dove si trova attualmente.
Freddy e Martin, dopo aver conosciuto i tre fratelli in strada, sono andati varie volte alla casa per incontrare i genitori e lì hanno conosciuto Victor e gli altri tre fratelli minori, stabilendo un rapporto di amicizia e fiducia con tutta la famiglia. Victor, da qualche mese, aveva iniziato a passare più tempo in strada, dove è abituato a lavorare fin dai suoi 7 anni, rientrando ad ore sempre più tarde, anche oltre la mezzanotte, cominciando ad inalare in modo sporadico la colla da scarpe per sperimentarne col gruppo dei coetanei gli effetti allucinogeni, e diventando sempre meno responsabile nella frequenza scolastica. E’ stato lui stesso che ha chiesto ai suoi genitori di contattare Martin per aiutarlo, perché, come ha detto letteralmente, “Non voglio finire come i miei fratelli e sento che la vita di strada sta avendo la meglio su di me: ho paura di perdermi”.
Lo stesso giorno che è arrivato in visita alla casa-famiglia ha voluto fermarsi a viverci: è molto motivato, partecipativo in tutte le attività che gli proponiamo nel progetto, desideroso di farsi aiutare dalla psicologa. E’ sereno e gli altri ragazzi lo hanno accolto molto bene, come un fratellino minore. Martin mi racconta che Victor è molto intelligente, nonostante il ritardo negli studi (a 10 anni frequenta ancora la seconda elementare), gli piace leggere, fare esercizi di matematica, giocare a biglie e a calcio, andare a farsi nuotate nel fiume dietro casa nostra (vedi foto), suonare il flauto di pan. Nella foto vedete Victor ed Enrique, una settimana fa, mentre fanno il bagno nel fiume dietro casa nostra: si sono divertiti tantissimo!
Mi commuove sempre vedere come i ragazzi, una volta inseriti in contesti sereni dove gli si offre la possibilità di sviluppare la loro personalità e le loro potenzialità, fioriscono in tutto il loro splendore, che c’era anche in strada, ma che in quel contesto non poteva esprimersi perché veniva completamente calpestato dalle necessità e dalla aggressività della sopravvivenza. Attualmente è inserito nella prima fase del “programma di accoglienza e reinserimento sociale” del nostro progetto di Lima, quella dell’”accoglienza”, però gli operatori stanno già pensando che, visto il suo atteggiamento collaborativo e le esperienze solo iniziali di vita in strada che non hanno alterato troppo il suo comportamento, potrebbe già passare fra una decina di giorni alla tappa successiva, quella che è stata chiamata “il risveglio”. Comincerebbe anche ad andare a scuola perché ne trarrebbe vantaggio non solo a livello accademico, ma anche a livello di socializzazione con altri ragazzi della sua età, tenuto conto che quelli che vivono attualmente in casa-famiglia sono quasi tutti sopra i 15 anni, tranne Enrique che ne ha 13.
Ridare il sorriso, spazi di gioco e di crescita a ragazzi che marcirebbero, anche fino alla morte, sulle strade di Lima, è il nostro concreto modo di costruire un MONDO MIGLIORE per tutti: sentitevi parte, ognuno di voi, di questo progetto di GIUSTIZIA e SOLIDARIETA’ UMANE!.
Un abbraccio Alessandra, Martin e Sinergia tutta.