Trasloco nella Nuova casa
08 gennaio 2010
Carissimi amici, oggi é il giorno fatidico del trasloco.
Alle due del pomeriggio ora locale peruviana (20.00 ora italiana) arriverá un camion in affitto sul quale caricheremo tutte le nostre cose e poi partiremo alla volta del nuovo terreno a Pachacamac.
Continuano ad essere giorni intensissimi per tutti noi, dal punto di vista fisico e psicologico, ma anche di grande gioia nel sapere che stiamo facendo un passo importantissimo per la stabilità del progetto. Il posto poi é davvero meraviglioso col verde e il canto degli uccelli.
11 gennaio 2010
Ieri finalmente ci siamo riusciti. E’ stata una giornata faticosissima, anche per i ragazzi, che sono stati bravissimi: alcuni hanno lavorato come adulti. Il cortile davanti della casetta sembrava un accampamento! C’é stato tantissimo da fare, anche se avevamo preparato molte cose i giorni precedenti.
Dopo pranzo é arrivato il camion per il trasloco e lí l’altro grande lavoraccio di mettere su le cose in modo tale che ci stessero tutte: io ero convinta che non ce l’avremmo fatta e invece il miracolo é avvenuto. Beh, alla fine sembrava proprio uno di quei camion che si vedono nei film sudamericani: in cima sventolavano pericolosamente i materassi e temevo di perderne qualcuno per strada.
Siamo partiti verso le quattro dalla vecchia casetta, che Andrea non voleva proprio lasciare, le cose sul camion insieme al conducente e ad Edilberto, noi tutti con i ragazzi su un pulmino in affitto, verso le 17 eravamo nella nuova casa.
Già stremati abbiamo dovuto tutti di nuovo scaricare il camion: il prato si é trasformato di nuovo in accampamento. E ci siamo limitati a montare i letti a castello per la notte e tirare fuori piatti e posate per la cena, perché tutti eravamo ormai senza fiato.
Io non sono rimasta a dormire con loro perché purtroppo il mio stato fisico non é dei migliori, soprattutto le ginocchia mi stanno provando molto e ho preferito rientrare a casa mia per riposare meglio ed essere più in forma oggi che bisogna sistemare tutto, andare a comprare il nuovo telefono inalambrico che in quella zona é l’unico che funziona attraverso le linee dei cellulari, disdire il vecchio ecc. Il rientro é molto lungo: sono partita alle 18.30 e sono arrivata a casa mia alle 20.00. Ero
stanchissima, ma chissà come si sentivano Martin, Edi e Eli che si sono fermati lá e hanno continuato a lavorare per montare letti e permettere ai ragazzi di dormire.
Venerdì é stato un giorno sotto tono, eravamo tutti molto stanchi, i ragazzi e gli educatori in particolare per la sfacchinata del giorno prima, a cui si é aggiunto il disagio della pioggia. Qui a Lima non piove mai, ma sarà per l’effetto serra o per il fenomeno del niño fatto sta che proprio la notte di giovedì ha piovuto in tutta Lima in modo considerevole per il clima desertico in cui ci troviamo. I disagi sono stati ridotti, ma i ragazzi erano un po’ scoraggiati: é filtrata acqua in vari punti della casa, visto che il tetto non é di cemento e tegole, ma un impasto di canna e cemento che non é l’ideale per la pioggia (provvederemo comprando teli di plastica da mettere sopra il tetto). Le ragazze hanno dovuto spostare i letti per evitare che gocciolasse sui materassi. Niente comunque di grave.
Si é inoltre formato un fango tremendo sulla pista non asfaltata che porta alla casa, così come del resto in tutte le zone di Lima in cui non c’é asfalto. Non abbiamo potuto quindi muoverci molto fuori della casa: io all’andata ho preso un mototaxi e al ritorno me la sono fatta a piedi, ma per fortuna essendo pomeriggio inoltrato si era già seccato abbastanza.
Martin e Roger che sono usciti di casa alle sei di mattina sono stati costretti invece ad un vero e proprio pattinaggio! Il giorno di sabato invece é stata una bellissima giornata: abbiamo invitato le famiglie a venire alla casa per insegnargli che autobus prendere quando i ragazzi avranno il permesso per andare a casa e anche perché condividessero con i figli questo momento. Devo dire che, parte la mamma di Victor, sono venuti tutti e anche con puntualità. Io e Martin li abbiamo aspettati alla vecchia casa, che dava un po’ di tristezza tutta vuota e sporca, e poi con i mezzi pubblici siamo partiti verso la nuova casa, facendo l’ultimo pezzo sulla strada sterrata a piedi. Eravamo 11 adulti e 7 bambini: una bella tribù da vedere. I ragazzi ci sono corsi incontro fuori dalla casa e poi si sono scatenati con fratelli e nipoti nella piccola piscina che ci ha lasciato il vecchio proprietario. Si é creata una bellissima atmosfera: con l’aiuto dei parenti si sono costruite le porte da calcio con dei pezzi di legno, si é giocato a calcio e a pallavolo, i giochi in piscina sono stati infiniti… poi il pranzo tutti insieme: 27 persone nella sala, si stava un po’ stretti, ma che importa, era davvero bello!
Il sole era splendido, un po’ meno le zanzare che dal pomeriggio si scatenano e ti mangiano letteralmente. Dovrò comprare repellente antizanzare in quantità industriali.
La giornata é terminata al fiume lì vicino con un bagno nella corrente: c’era una allegra folla che faceva il bagno in vari punti del fiume, che non é proprio pulito, ma assicura il divertimento.
12 gennaio 2010
Oggi é stata una giornata intensissima, dedicata quasi esclusivamente a riunioni, prima con gli operatori (la nostra riunione quindicinale) e poi con Andrea e Roger per definire bene con loro i successivi passi della loro preparazione al lavoro. Mi sento stanca, ma molto soddisfatta di questa giornata. Ho voluto uscire presto da casa mia per evitare di imbottigliarmi nel traffico: alle sei ero già in piedi e alle 7.30 stavo già arrivando a Pachacamac. La camminata mattutina in mezzo ai campi e agli uccelli ha ricompensato la levataccia. E poi sono arrivata in tempo per fare colazione con i ragazzi, alcuni dei quali avevano ancora gli occhietti semichiusi per il sonno: adesso che é estate vanno a dormire un po’ più tardi e si alzano con più calma.
Durante la colazione ho dato ai maschietti la bella notizia che da domani inizieranno un corso di calcio presso una delle squadre più importanti di Lima, che proprio vicino a casa nostra ha un suo
campo allenamento e organizza corsi per i ragazzi. Siamo riusciti ad avere un bello sconto sul prezzo!!! Erano contenti. Erano vari mesi che mi chiedevano di iscriverli a calcio. Li aiuterà senz’altro a sentirsi più contenti del trasloco.
Andrea dovrebbe iniziare una nuova fase della formazione professionale.. A metà dicembre ha concluso il corso di macchina da cucito industriale (le hanno dato anche un diploma, senza valore
ufficiale), e ora stavamo cercando la possibilità che faccia pratica presso un laboratorio tessile. All’inizio sembrava che per quella zona non ci fosse nulla, ero preoccupata su cosa avremmo fatto, poi sabato l’assistente sociale é entrata in contatto con una Signora che ha aperto recentemente un suo laboratorio e che sarebbe disposta a prendere Andrea come praticante, senza stipendio ovviamente, ma almeno Andrea comincerebbe a sperimentare cosa significa stare in un ambiente di lavoro vero e ad approfondire le sue capacità in questo campo. Ne abbiamo parlato con Andrea: la sua reazione é sempre di timore e incertezza di fronte alle novità, ma sono sicura che saprà sfruttare bene questa opportunità. Chiederemo alla signora del laboratorio di farla andare tre mattine a settimana, perché Andrea non si senta troppo caricata e si abitui poco a poco.
Per Roger abbiamo finalmente definito la sua situazione all’interno della casa, perché fino a questo momento lo avevamo riaccolto in casa senza però avere il tempo per riflettere come sarebbe la sua presenza in casa, secondo quali modalità. Era ormai necessario stabilirlo innanzitutto per lui che si sentiva disorientato, e poi anche per gli altri ragazzi e per gli adulti.
Abbiamo fatto un grosso lavoro, prima io e Martin, e poi oggi in riunione con gli operatori. La cosa piú significativa é che abbiamo disegnato tutto un quadro di cambio metodologico relativo agli adolescenti che si trovano per vari motivi in tappe più avanzate, come é il caso di Roger, Andrea e Carla. Da questo momento in poi si lavorerà con una metodologia più specifica per gli adolescenti, cercando di dare loro maggiore spazio di autonomia. Sarebbe lungo adesso spiegarvi tutto in dettaglio, ma nel caso di Roger si tratterebbe di un adolescente che si sta rendendo indipendente, cioè che sta già lavorando e si sta preparando per una futura vita autonoma al di fuori della casa, un processo graduale e senza fretta. Questa fase implica sia maggiore libertà per l’adolescente sia maggiore assunzione di responsabilità. Roger ha già un suo spazio separato per dormire (oggi mi faceva tenerezza vedere con quanta cura ha sistemato la sua stanzetta di legno: sul letto in ordine stavano tre peluche….la sua parte bambina si mescola con quella adulta in modo delizioso) che gestisce autonomamente, ha già un suo piccolo stipendio che sta amministrando autonomamente, ma in base ai nostri suggerimenti (già da luglio si paga la scuola, tutti gli spostamenti in autobus, i vestiti…), gode di maggiore libertà per uscire dalla casa, ma allo stesso tempo é di aiuto agli adulti nella casa, un po’ come un aiuto per l’educatore. In varie occasioni gli abbiamo già chiesto di aiutarci in cose pratiche della vita della casa: per esempio nei giorni in cui c’erano i muratori a volte á andato ad aprire la casa quando io e Martin non riuscivamo ad andare. E molte altre cose che in questo momento non riesco a raccontarvi per la stanchezza, ma davvero é stato proprio bello tra ieri e oggi vedere come é sorto tra le nostre mani un progetto di vita e una metodologia per adolescenti, che é un ottimo punto di partenza, e soprattutto non verrà imposta dall’alto dagli adulti ai ragazzi, ma sarà condivisa passo a passo con loro, basata non sulle regole prestabilite ma sull’esperienza di vita.
Vi abbraccio forte, Alessandra