Ha inizio la nostra 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐢𝐝𝐚𝐥𝐞, un’occasione unica per contribuire a una causa importante e, allo stesso tempo, avere la possibilità di vincere fantastici premi!
Non lasciarti sfuggire questa incredibile opportunità. Ogni biglietto acquistato è un passo verso un futuro migliore per tanti bambini che incontriamo lungo il nostro cammino
𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡é 𝐢𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐚𝐢𝐮𝐭𝐨 è 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞?
Ogni euro raccolto verrà utilizzato per fornire cure, istruzione e sostegno ai bambini della Casa Famiglia, creando per loro un ambiente sicuro e amorevole. Il tuo contributo ci permetterà di continuare a donare loro un futuro ricco di speranza, opportunità e sogni realizzabili. Basta un piccolo gesto da parte tua per fare una differenza enorme!
𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐫𝐞:
Acquista i biglietti: ogni biglietto costa solo 𝟏 𝐞𝐮𝐫𝐨.
Più biglietti compri, maggiori saranno le tue possibilità di vincita!
Condividi con gli amici e la famiglia: spargi la voce per moltiplicare il sostegno alla nostra Casa Famiglia!
𝐃𝐨𝐯𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐢 𝐛𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐭𝐭𝐢:
Puoi acquistare i biglietti dai nostri volontari.
Per info: segreteria@sinergias.eu
𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐢 𝐭𝐞𝐫𝐫à 𝐥’𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞?
L’estrazione dei premi avverrà 𝐦𝐚𝐫𝐭𝐞𝐝ì 𝟐𝟔 𝐧𝐨𝐯𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 in occasione della 5° 𝑒𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒 𝐿𝑎 𝑃𝑖𝑧𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝐶𝑢𝑜𝑟𝑒.
Non perdere l’occasione di vincere, tenendo sempre a mente che il vero premio è il sorriso dei bambini che aiutiamo insieme.
Grazie per essere al nostro fianco e per aiutare a portare avanti la missione della nostra Casa Famiglia in Perù.
Con il tuo supporto, possiamo continuare a cambiare il mondo, una vita alla volta.
Sta per tornare la nostra vendita torte solidale. Siamo alla ricerca di cuochi appassionati e amanti dei dolci per unirsi a noi in un’iniziativa speciale!
🌟 Stiamo organizzando una vendita torte fatte in casa, il cui ricavato sarà devoluto interamente alla nostra casa famiglia 💖
Se ami trascorrere del tempo in cucina e vuoi fare la differenza nella vita di chi ha bisogno, questa è la tua occasione! Non importa se sei un pasticcere professionista o un principiante appassionato, ogni torta conta e ogni fetta farà la differenza. 🌈
📅 Sabato 09 e domenica 10 novembre 🕒 Messa di sabato sera e domenica mattina 📍 Parrocchia di Settimo di Pescantina
Unisciti a noi per creare un dolce mondo di solidarietà e speranza!
Se sei interessato a partecipare come volontario e contribuire con le tue creazioni culinarie, contattaci subito per maggiori informazioni.
Orlando (15 anni) è entrato per la prima volta nella nostra casa-famiglia a settembre 2023, uscito a gennaio 2024 per la profonda nostalgia verso il padre, è tornato a vivere con noi a marzo.
Grazie alla fondazone Prosolidar, che sostiene il progetto nel 2024, permettendoci di soddisfare tutte le necessità di Orlando e degli altri ragazzi che aiutiamo in casa-famiglia e in strada!
Orlando è il classico adolescente, che ama la musica contemporanea e lo sport; è pieno di vitalità ed energia, anche se a volte non dorme bene a causa di brutti sogni e incubi. Spesso i ricordi delle difficoltà passate e la mancanza degli affetti familiari emergono nel sonno dei nostri ragazzi.
Orlando ha un legame profondo con il padre perché la madre ha abbandonato lui e il fratello da piccoli. Anche il fratello è stato qualche mese con noi, ma non è riuscito a superare l’astinenza dalla droga. Accade spesso che, durante i pasti, ti racconti di ciò che faceva con il padre quando era piccolo, idealizzandolo. In realtà il papà è piuttosto assente, passano settimane senza che chiami il figlio o lo venga a trovare, provocando un vuoto profondo in lui. È stato proprio questo il motivo della sua uscita dalla casa a gennaio. Il padre lavora di notte in un cimitero e di giorno, dopo poche ore di sonno, si dedica a riciclare bottiglie di plastica, cartone, mobili usati girando per i quartieri ricchi della città. Ha cresciuto i figli, come ha potuto. Orlando racconta che, a cena, il padre poteva offrirgli solo uno yogurt con cereali e poi lo mandava a letto. É vissuto in tanti posti e ricorda con emozione soprattutto il periodo in cui è stato nella foresta amazzonica: ti racconta che una volta ha allevato un piccolo scorpione. Sono frammenti del passato che ogni tanto ti regala, così, da un momento all’altro, durante le attività quotidiane della casa-famiglia. Per me sono piccole perle che raccolgo per conoscerlo meglio. Mi rendo conto che ha già vissuto una vita intensa, forse troppo, per i suoi 15 anni. Ti racconta della vita in strada, quando dormiva all’aperto (è proprio lui nella seconda foto), dove era bello vedere le stelle e sentirsi liberi, ma soffriva il freddo e la fame. Lo riconosco dalle sue gambe, che lui ama perché sono forti. Quando guardo questa foto mi commuovo e penso che ora ho la gioia di entrare ogni mattina nella sua stanza e di vederlo nella stessa posizione, ma in un letto, in una casa, circondato dall’affetto di adulti amorevoli e amici fraterni. Abbiamo instaurato un bellissimo rapporto. Scherziamo, ci abbracciamo, ci raccontiamo tante cose. È pieno di talenti: costruisce oggetti, tesse braccialetti, canta, gioca a pallone. Si sta impegnando a riprendere gli studi e non vede l’ora di tornare a frequentare la scuola in presenza, alla quale lo stiamo gradualmente preparando con l’insegnante interno. É piuttosto permaloso e ha frequenti sbalzi d’umore: meglio lasciarlo stare quando si incupisce. Poi però gli torna il sorriso, ti chiede scusa e si ricomincia a vivere la quotidianità familiare della nostra casa, dove tutti i ragazzi, Orlando compreso, hanno la possibilità di crescere in un ambiente semplicemente normale, che qui in Perù però è raro trovare nelle strutture di accoglienza, molto più simili a carceri (con tanto di sbarre) o a rigidi istituti ottocenteschi. Questo ambiente familiare ci ha permesso di costruire, nei 19 anni di progetto qui in Perù, relazioni splendide con i ragazzi ospitati, come ci hanno confermato le ragazze e i ragazzi che sono venuti a visitarci martedì scorso per partecipare alle interviste organizzate dal nuovo fundraiser che sta accompagnando Sinergia Por La Infancia a definire meglio la sua identità, la sua missione, la sua visione futura, anche in vista della raccolta di fondi locali. La caratteristica più importante che è emersa dalle loro parole è stato l’affetto che hanno ricevuto e che sentono per noi.
Per me e Martin questo è sempre stato l’obiettivo principale che consideriamo ampiamente raggiunto. Amare ed essere amati è il bene più prezioso di ogni essere umano.
Grazie per essere insieme a noi mani e cuori che danno e ricevono amore.
Un grazie riconoscente e sincero ad ognuno di voi.
Condivido con voi la storia di Moisès (16anni) che nei giorni scorsi ho visitato più volte, nella sua umile casa, insieme a Martìn (educatore di strada) ed Isabel (psicologa). È uno degli splendidi fiori di strada che, tra droga, mendicità e mancanza di opportunità, non sono riusciti ancora a fiorire nella loro bellezza e che il progetto, con cura, delicatezza, affetto, rispetto e professionalità, riesce spesso a motivare al cambiamento. Martìn lo conosce da tempo. La sua storia è molto difficile. Ce l’ha raccontata la madre che abbiamo incontrato proprio nella “casa” che vedete in foto. Madre sola, più figli cresciuti nella sua assenza, perchè costretta a lavorare come donna delle pulizie per mantenerli; risorse economiche ridotte, problemi di alcool e droga diffusi. Eppure tanto amore materno, tanta forza e dignità nell’affrontare le difficoltà di una vita apparentemente disperata, con la capacità di sorridere e ridere. Sono rimasta ancra una volta sorpresa e ammirata: le loro vite sono così difficili rispetto alle nostre, eppure hanno ancora tanta voglia di vivere, di ridere, di fare progetti. Sono un esempio per tutti noi. Moisès è nato prematuro, si è ammalato nei primi mesi di bronchite a causa del freddo e ha avuto convulsioni ripetute, probabilmente la causa del lieve ritardo cognitivo che si nota dal modo in cui parla e dalle pause in cui rimane sospeso durante le nostre conversazioni. Eppure è un ragazzo estremamente profondo, riflessivo, consapevole di sè. Si rende conto che rimanendo in strada non sta facendo nessun progresso, fa preoccupare la madre e rischia di rimanere intrappolato in una spirale di delinquenza e mendicità. A scuola è rimasto fermo alla seconda elementare, eppure ama leggere libri di psicologia. Straordinario per me che sono un’insegnante di scuola secondaria. Si vergognava a rivelarmi il suo ritardo negli studi, ma io gli ho fatto i complimenti più sinceri per il buon livello di capacità di lettura e comprensione raggiunta nonostante l’abbandono scolastico. Moisès vuole venire a vivere nella nostra casa-famiglia anche per studiare e poi per allontanarsi dai pericoli della strada che ieri, durante l’esercizio di analisi fatto con Martin, ha elencato con grande consapevolezza: malattia, morte, violenza, abbrutimento, perdita di tempo prezioso. La cicatrice di una coltellata sulla coscia sinistra ne è una conferma evidente. Un altro motivo è rendere orgogliosa di lui sua madre, che in realtà ha espresso un amore e una stima profondi per questo figlio così fragile, a causa del contesto in cui è cresciuto, descrivendolo come “un ragazzosensibile, buono, generoso”. La difficoltà maggiore per Moisès potrebbe essere quella di lasciare la sua ragazza, con cui ha un rapporto complicato e confuso ma che dura da anni. Riuscirà a sopportarne la lontananza mentre vive nella casa-famiglia e a vederla solo in certi momenti? Noi glielo auguriamo di cuore e lo aspettiamo a braccia aperte. Dovrebbe entrare in casa-famiglia proprio questo sabato, accompagnato dalla madre. É un altro fiore che merita di fiorire in tutta la sua bellezza.
Grazie a tutti voi da ogni ragazzo che, in questi anni, avete aiutato ad entrare nello spazio caloroso e familiare della nostra struttura di accoglienza.
Sono arrivata da pochi giorni in Perù. Come sempre, una grande emozione. Cosa c’è di più bello di un fiore regalato spontaneamente?
Quelli della foto me li hanno colti e regalati i ragazzi della casa-famiglia come segno di benvenuto: per me simboleggiano proprio loro, dei bellissimi fiori che, quando erano per strada, nessuno ammirava e spesso molti calpestavano; ora, invece, grazie al progetto, sono rifioriti in tutta la loro bellezza!
Bellezza e gratitudine sono le due parole che meglio descrivono questi primi giorni passati coi ragazzi e gli operatori.
Ecco alcuni momenti preziosi:
Orlando (15 anni) ieri è passato di fase: da quella del “risveglio” a quella di “comunità”. Gli è costato molto tempo e sforzo, ma è davvero felice di esserci finalmente riuscito: la piccola festicciola è stata pura emozione. Da tempo non vedevo Martin commuoversi fino alle lacrime ricordando Orlando steso per terra, in strada, e facendo il confronto con chi è ora. Ognuno degli operatori e dei ragazzi, io compresa, gli abbiamo rivolto parole oneste, piene di stima e incoraggiamento. Fra una settimana, tra l’altro, riprenderà ad andare a scuola dopo vari anni: uno dei suoi sogni! Lo stesso Orlando che la sera del mio arrivo mi ha mostrato una delle sue invenzioni, fatta di cartone, colla e un piccolo motorino a ventola: un massaggiatore artigianale. Dice che le creaazioni gli vengono improvvise nella testa e, senza bisogno di ulteriori progetti, riesce subito realizzarle. Quanti talenti ha ciascuno dei ragazzi!
Rodrigo (13 anni) mi ha accolto con il suo timido abbraccio, ma poi la sera ha trovato il coraggio per dirmi che gli sono mancata molto e che è felice che io sia qui.
Mateo (11 anni) è pura energia vitale. Ti travolge con domande e curiosità di ogni tipo. Ha una memoria incredibile e una capacità di osservazione profonda. Non gli sfugge nessun dettaglio. Si è già prenotato i miei massaggi e le mie canzoncine della buonanotte.
Vi racconto di queste espressioni di affetto verso di me perché dimostrano il tipo di relazioni profonde che i ragazzi riescono a sperimentare in strada (tramite l’educatore di strada) e poi in casa-famiglia (con educatori, psicologa, assistente sociale e cuoca): nascono e crescono spontaneamente grazie ad un ambiente che abbiamo voluto sin dall’inzio, e continua ad essere, familiare. Ogni persona può essere se stessa, può trovare uno spazio per coltivare i propri talenti, per sanare le ferite del passato, per conoscere meglio chi vuole essere in futuro. Proprio come in una vera famiglia in cui i genitori cercano di creare le condizioni migliori per i propri figli.
Grazie per permetterci di continuare ad offrire uno spazio di crescita umana profonda.
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